Fibroscan nella valutazione dello stato delle malattie epatiche croniche
Fibroscan, prodotto da EchoSens SA, è uno strumento che permette di misurare il grado di fibrosi epatica, un parametro fondamentale per valutare lo stato delle malattie epatiche croniche e prevederne l’evoluzione nel tempo, evitando i numerosi inconvenienti derivanti dall’invasività di altri esami diagnostici.
A oggi la biopsia epatica rimane, comunque, l’esame più importante della diagnostica epatologica essendo l’unica metodica che consente di valutare la gravità e il rischio evolutivo della malattia epatica, attraverso la determinazione del grado di fibrosi e di attività necro-infiammatoria e, contemporaneamente, di valutare numerosi altri cofattori come la steatosi, l’accumulo di ferro, la presenza di componenti infettive ( virali, batteriche, parassitarie ), la colestasi.
La biopsia epatica è, tuttavia, una tecnica invasiva che presenta una serie di inconvenienti: richiede particolare esperienza sia nella esecuzione sia nella lettura ( circa il 20% di discrepanza tra patologi diversi ); necessita di un’assistenza ecografia, include il rischio di complicazioni come dolore, sanguinamento ( 1/1000 ), reazioni avverse gravi ( 1/10.000 ); necessità di ricovero in day hospital e ha un costo piuttosto elevato ( tra i 700 e i 1000 euro ) e, infine, presenta possibilità di errore di campionamento sia quantitativo ( il campione di fegato deve essere lungo almeno 2,5 cm ) sia per la possibile diversità istologica ( circa 1/3 ) tra diverse aree epatiche.
Le tecniche di imaging ( studio morfologico ) quali ecografia, TAC ( tomografia assiale computerizzata ), RMN ( risonanza magnetica nucleare ) hanno fatto molti progressi negli ultimi anni, sia come diffusione sia come miglioramento tecnologico e danno un’informazione accurata soprattutto per quanto riguarda gli aspetti strutturali e funzionali delle strutture epatiche. Tuttavia, per quanto riguarda la valutazione della fibrosi, le tecniche di imaging hanno ancora molti limiti.
L’esame Fibroscan, o elastografia epatica, rappresenta una delle tecniche più interessanti nel panorama delle nuove metodiche diagnostiche della fibrosi epatica.
Lo strumento consente di valutare il grado di rigidità del fegato, secondo il presupposto che la fibrosi altera l’elasticità epatica determinando un aumento della rigidità dell’organo.
La velocità di propagazione di un’onda meccanica che attraversa il fegato è proporzionale alla rigidità dell’organo: quanto più il fegato è rigido tanto più velocemente si propaga l’onda.
Come si esegue l’esame
L’esame Fibroscan consiste nell’applicare un piccolo impulso meccanico alla cute appoggiando una sonda a livello di uno spazio intercostale sovrastante il parenchima epatico ( fianco destro ).
Lo strumento, tramite un fascio di ultrasuoni, analizza la velocità dell’onda meccanica indotta e calcola un indice numerico espresso in Kilo Pascal ( Kpa ).
La misurazione viene effettuata in un cilindro di parenchima epatico di 4 cm x 1 cm di diametro che viene esplorato dalla sonda ad ultrasuoni.
In questo modo, è possibile sapere quanto la malattia epatica da cui il malato è affetto è più o meno vicina a esitare in cirrosi. Fino a ora, questa informazione era ottenibile solo con una biopsia epatica, eseguito in anestesia locale con un apposito ago.
Ogni rilevazione impiega pochi secondi e ne vengono eseguite almeno dieci allo scopo di ridurre il margine di errore e calcolare il valore medio come indice finale. L’esame dura nel complesso 5-15 minuti e non reca al paziente alcuna sensazione di dolore né di fastidio.
Vantaggi della tecnica Fibroscan
Il Fibroscan presenta, pertanto, notevoli vantaggi perché è in grado di esplorare settori di fegato molto più grandi di quanto non si possa fare con una biopsia epatica ( 100 volte maggiore ), semplicità di esecuzione, non invasività, facile ripetibilità.
Fibroscan viene usato soprattutto per studiare l’evoluzione dell’epatopatia cronica da virus C e per il controllo del fegato nei pazienti sottoposti a trapianto, ma si ritiene che in futuro si potrà ricorrere a questa metodica anche per altre malattie epatiche croniche come la cirrosi biliare primitiva, la colangite sclerosante, l’epatopatia cronica da virus B, e l’epatopatia da alcol.
Tuttavia, lo strumento non sostituisce completamente la biopsia epatica che in determinate occasioni è ancora molto importante.
Un limite della tecnica Fibroscan è rappresentato dal fatto che l’esame non è eseguibile nei pazienti che presentano ascite e obesità, mentre, d’altro lato, la biopsia ha lo svantaggio di essere un esame invasivo con un certo grado di rischio e per questo poco gradito dal paziente anche perché necessita del ricovero di un giorno.
L’esame Fibroscan, invece, non è invasivo, non comporta rischi e si esegue in pochi minuti.
I risultati finora ottenuti con l’uso del Fibroscan sono buoni e incoraggianti e, in alcuni casi, possono sostituire la biopsia epatica che rimane, comunque, l’esame più preciso e specifico per le varie forme di epatopatia cronica.
Lo strumento
Il Fibroscan è composto da una sonda ecografica che consta di un trasduttore capace di emettere onde elastiche a bassa frequenza.
Più il fegato è duro ( fibrotico e cirrotico ) più l’onda elastica si propaga rapidamente; più invece è morbido ( fegato normale ) più la velocità di propagazione dell’onda è bassa. ( Xagena_2009 )
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