Brentuximab vedotin nel linfoma di Hodgkin recidivante o refrattario
Sono stati presentati i dati dello studio pilota riguardante Brentuximab vedotin ( Adcetris ) come singolo agente nel linfoma di Hodgkin recidivante o refrattario. Brentuximab vedotin è un coniugato anticorpo-farmaco, che ha come bersaglio il CD30, un marker caratteristico del linfoma di Hodgkin.
I risultati chiave dello studio condotto su 102 pazienti affetti da linfoma di Hodgkin recidivante o refrattario comprendono:
a) il 75% dei pazienti ha raggiunto l'endpoint primario dello studio ( risposta oggettiva constatata da una revisione indipendente centrale che usa i criteri stringenti di Cheson 2007 );
b) il 34% dei pazienti ha raggiunto la remissione completa;
c) la durata mediana della risposta è stata di 29 settimane secondo la revisione centrale indipendente e 47 settimane secondo la valutazione dell'investigatore;
d) tra i pazienti che hanno raggiunto la remissione completa, la durata mediana della risposta non è stata ancora raggiunta ad un follow-up mediano di circa un anno;
e) la riduzione del tumore è stata ottenuta nel 94% dei pazienti.
Il trattamento con Brentuximab vedotin è risultato associato ad effetti indesiderati trattabili, di cui i più comuni erano neuropatia sensoriale periferica, affaticamento, nausea, infezione delle vie aeree superiori e diarrea. Gli effetti indesiderati più comuni di grado 3 o superiore erano neutropenia, neuropatia sensoriale periferica, trombocitopenia ed anemia.
Descrizione dello studio
Lo studio pilota a braccio singolo ha valutato l'efficacia e la sicurezza di Brentuximab vedotin come singolo agente in pazienti con linfoma di Hodgkin recidivante o refrattario dopo trapianto autologo di cellule staminali.
Ai pazienti sono stati somministrati 1.8 milligrammi per chilogrammo di Brentuximab vedotin ogni tre settimane fino ad un massimo di 16 dosi totali.
L'endpoint primario dello studio era la percentuale di risposta oggettiva misurata mediante una revisione centrale indipendente. Le valutazioni della risposta si basavano sui rigorosi criteri di risposta modificati per il linfoma maligno stabiliti a livello internazionale [ Revised Response Criteria for Malignant Linphoma ( Cheson, 2007 ) ].
Gli endpoint secondari comprendevano la percentuale di risposta completa, la durata della risposta, la sopravvivenza senza progressione, la sopravvivenza complessiva e la tollerabilità.
L'età mediana dei pazienti dello studio pilota era 31 anni. I pazienti arruolati avevano ricevuto in precedenza una mediana di 3.5 cicli di chemioterapia.
Il 71% dei pazienti erano refrattari primari, definiti come pazienti che avevano fallito il raggiungimento di una remissione completa con la chemioterapia di prima linea o che avevano avuto una recidiva entro 3 mesi dalla chemioterapia di prima linea.
Il 42% dei pazienti erano refrattari alla precedente terapia, e tutti i pazienti erano in progressione in seguito al precedente trapianto autologo di cellule staminali.
Il 75% dei pazienti ha raggiunto una risposta obiettiva secondo una revisione centrale indipendente, compreso il 34% di remissioni complete ed il 40% di remissioni parziali.
La durata mediana della risposta è stata di 29 settimane secondo la revisione centrale indipendente e 47 settimane secondo la valutazione dell'investigatore.
Il 22% dei pazienti ha presentato malattia stabilizzata, il 3% aveva una malattia in progressione e 1 paziente non era valutabile per la risposta. È stato osservato un alto livello di concordanza tra le risposte della revisione indipendente e quelle valutate dall'investigatore.
La riduzione del tumore è stata ottenuta nel 94% dei pazienti. La sopravvivenza senza progressione in tutti i pazienti era 25 settimane secondo la revisione indipendente e 39 settimane secondo la valutazione dell'investigatore.
La sopravvivenza libera da progressione nei pazienti che hanno ottenuto una remissione completa non è stata ancora raggiunta.
La sopravvivenza complessiva mediana non è stata ancora raggiunta.
Gli effetti indesiderati più comuni sono stati: neuropatia sensoriale periferica ( 47% ) affaticamento ( 46% ), nausea ( 42% ), infezioni delle vie aeree superiori ( 37% ) e diarrea ( 36% ).
Gli effetti indesiderati di grado 3 o 4 più comuni sono stati neutropenia ( 20% ), neuropatia sensoriale periferica ( 8% ) trombocitopenia ( 8% ) e anemia ( 6% ).
Brentuximab vedotin
Brentuximab vedotin è un ADC formato da un anticorpo monoclonale anti-CD30 legato, mediante un collegatore scindibile enzimaticamente, a un potente farmaco sintetico, monometil auristatina E ( MMAE ).
L'ADC è predisposto per essere stabile nel circolo sanguigno, per poi rilasciare MMAE quando viene internalizzato in cellule tumorali che esprimono CD30.
Questo approccio serve ad evitare le cellule non bersaglio e può quindi aiutare a minimizzare i potenziali effetti tossici della chemioterapia tradizionale e al contempo permettere il bersaglio selettivo delle cellule tumorali che esprimono CD30, aumentando quindi potenzialmente l'attività antitumorale. ( Xagena_2010 )
Fonte: American Society of Hematology ( ASH ), 2010
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