Studio AGILE: Ivosidenib associato ad Azacitidina migliora la sopravvivenza libera da eventi nella leucemia mieloide acuta non-trattata con mutazione di IDH1
Sono stati presentati i dati di fase 3 dello studio AGILE, che hanno mostrato come Ivosidenib ( Tibosovo ) in combinazione con Azacitidina migliori significativamente la sopravvivenza libera da eventi ( EFS ) e la sopravvivenza globale ( OS ), rispetto ad Azacitidina più placebo nei pazienti adulti con leucemia mieloide acuta con mutazione di IDH1 non-trattata in precedenza, non-candidabili alla chemioterapia intensiva.
Il trattamento con Ivosidenib in combinazione con Azacitidina ha mostrato un miglioramento statisticamente significativo nella sopravvivenza libera da eventi ( hazard ratio, HR = 0,33 [ IC 95% 0,16, 0,69 ]; P unilaterale = 0,0011 ).
La combinazione di Ivosidenib con Azacitidina ha mostrato un miglioramento statisticamente significativo della sopravvivenza globale ( HR = 0,44 [I C 95%, 0,27, 0,73 ]; P unilaterale = 0,0005 ), con una sopravvivenza mediana globale di 24 mesi nel braccio Ivosidenib rispetto a 7,9 mesi nel braccio placebo.
Il tasso di remissione completa ( CR ) è stato del 47,2% ( n=34/72 ) per Ivosidenib in combinazione con Azacitidina rispetto al 14,9% ( n=11/74 ) per placebo più Azacitidina ( p inferiore a 0,0001 ).
Il tasso di remissione completa più remissione completa con recupero ematologico parziale ( CR + CRh ) è stato del 52,8% ( n=38/72 ) per Ivosidenib in combinazione con Azacitidina rispetto al 17,6% ( n=13/74 ) per placebo più Azacitidina ( p inferiore a 0,0001 ).
Il tasso di risposta obiettiva è stato del 62,5% ( n=45/72 ) per Ivosidenib in combinazione con Azacitidina rispetto al 18,9% ( n=14/74 ) per placebo più Azacitidina ( p inferiore a 0,0001 ).
Gli eventi avversi comuni di qualsiasi grado verificatisi in oltre il 20% dei pazienti trattati con Ivosidenib in combinazione con Azacitidina rispetto a placebo più Azacitidina sono stati: nausea ( 42,3% vs. 38,4% ), vomito ( 40,8% vs. 26,0% ), diarrea ( 35,2% vs. 35,6% ), piressia ( 33,8% vs. 39,7% ), anemia ( 31,0% vs. 28,8% ), neutropenia febbrile ( 28,2% vs. 34,2% ), trombocitopenia ( 28,2% vs. 20,5% ), neutropenia ( 28,2% vs. 16,4% ), costipazione ( 26,8% vs. 52,1% ) e polmonite ( 23,9% vs. 31,5% ).
AGILE è uno studio clinico globale, di fase 3, multicentrico, in doppio cieco, randomizzato, controllato con placebo, disegnato per valutare l’efficacia e la sicurezza di Ivosidenib in combinazione con Azacitidina rispetto a placebo in combinazione con Azacitidina, nei pazienti adulti affetti da leucemia mieloide acuta con mutazione di IDH1 non-trattata in precedenza, che non sono candidati alla chemioterapia intensiva ( età maggiore o uguale a 75 anni o che presentano comorbilità che precludono l’adozione di chemioterapia intensiva a induzione ).
L’endpoint primario dello studio è la sopravvivenza libera da eventi, definita come l’intervallo di tempo compreso tra la randomizzazione e il fallimento del trattamento, la recidiva dalla remissione o il decesso per qualsiasi causa, a seconda di quale evento si verifichi prima.
Il fallimento del trattamento è definito come mancato raggiungimento della remissione completa entro la settimana 24.
Altri endpoint secondari importanti hanno riguardato: tasso di remissione completa, definito come percentuale di partecipanti che raggiungono una remissione completa; sopravvivenza globale, definita come l’intervallo di tempo compreso tra la data della randomizzazione e la data del decesso per qualsiasi causa; tasso di remissione completa più remissioen completa con recupero ematologico parziale, definito come la percentuale di partecipanti che raggiungono una CR o CRh; tasso di risposta obiettiva, definito come il tasso di remissione completa, remissione completa con recupero ematologico incompleto ( CRi ) ( inclusa remissione completa con recupero piastrinico incompleto [ CRp ] ); remissione parziale; stato libero da leucemia morfologica ( MLFS ).
Fino al 10% dei pazienti affetti da leucemia mieloide acuta presenta mutazioni nell’enzima IDH1 e le attuali opzioni di trattamento sono limitate, specialmente per quelli con diagnosi recente e non-idonei alla chemioterapia intensiva. ( Xagena_2021 )
Fonte: American Society of Hematology ( ASH ) Meeting 2021
Xagena_Medicina_2021