Efficacia di Emicizumab nell'emofilia A


Emicizumab ( Hemlibra ) lega a ponte il fattore IX attivato e il fattore X allo scopo di ripristinare la funzione del fattore VIII attivato mancante, necessaria per un’efficace emostasi.
Emicizumab non presenta alcuna correlazione strutturale né omologia sequenziale con il fattore VIII e pertanto non induce né potenzia lo sviluppo di inibitori diretti al fattore VIII.

Studio HAVEN 3

HAVEN 3 è uno studio di fase III randomizzato, multicentrico e in aperto volto a valutare l’efficacia, la sicurezza e la farmacocinetica della profilassi con Emicizumab rispetto a nessuna profilassi ( trattamento episodico / al bisogno con fattore VIII ) nei pazienti affetti da emofilia A senza inibitori del fattore VIII.
Lo studio ha incluso 152 pazienti con emofilia A ( di età uguale o superiore a 12 anni ) che erano stati precedentemente sottoposti a terapia con fattore VIII al bisogno o in profilassi.
I pazienti precedentemente trattati con fattore VIII in regime al bisogno sono stati randomizzati in rapporto 2:2:1 alla profilassi con Emicizumab per via sottocutanea a 3 mg/kg/settimana per 4 settimane, seguiti da 1.5 mg/kg/settimana fino alla fine dello studio ( Braccio A ), alla profilassi con Emicizumab per via sottocutanea a 3 mg/kg/settimana per 4 settimane, seguiti da 3 mg/kg/2 settimane fino alla fine dello studio ( Braccio B ), o a nessuna profilassi ( Braccio C ).
I pazienti precedentemente trattati con fattore VIII in profilassi sono stati sottoposti a profilassi con Emicizumab per via sottocutanea a 3 mg/kg/settimana per 4 settimane, seguiti da 1.5 mg/kg/settimana fino alla fine dello studio ( Braccio D ).
Il protocollo consentiva di trattare i sanguinamenti insorti in corso di terapia con fattore VIII al bisogno.

Studio HAVEN 4

HAVEN 4 è uno studio di fase III multicentrico, in aperto e a braccio singolo volto a valutare l’efficacia, la sicurezza e la farmacocinetica ( PK ) della somministrazione sottocutanea di Emicizumab ogni quattro settimane.
Lo studio ha incluso 48 pazienti ( di età uguale o superiore a 12 anni ) affetti da emofilia A con o senza inibitori del fattore VIII, precedentemente trattati con fattore VIII o agenti bypassanti al bisogno o in profilassi.
Lo studio è stato condotto in due parti: un run-in PK e una coorte di espansione.
Tutti i pazienti nel run-in PK ( n = 7 ) erano stati precedentemente trattati al bisogno e hanno ricevuto Emicizumab per via sottocutanea a una dose di 6 mg/kg allo scopo di caratterizzare appieno il profilo farmacocinetico di 4 settimane dopo la singola dose, seguita da 6 mg/kg ogni quattro settimane per almeno 24 settimane.
I pazienti nella coorte di espansione ( n = 41 ) sono stati sottoposti a profilassi con Emicizumab per via sottocutanea a 3 mg/kg/settimana per quattro settimane, seguiti da 6 mg/kg ogni quattro settimane per almeno 24 settimane.
Il protocollo di studio consentiva di trattare i sanguinamenti insorti in corso di terapia con fattore VIII o agenti bypassanti in regime episodico, a seconda dello stato degli inibitori del fattore VIII del paziente.

Emofilia A

L’emofilia A è una grave patologia ereditaria caratterizzata da una insufficienza della coagulazione, che determina sanguinamenti incontrollati e spesso spontanei.
L’emofilia A interessa circa 320.000 persone in tutto il mondo, di cui il 50-60% presenta una forma grave della malattia.
Le persone affette da emofilia A soffrono della mancanza, totale o parziale, di una proteina della coagulazione chiamata fattore VIII.
Nei pazienti sani, in caso di sanguinamento, il fattore VIII agisce da cofattore per i fattori della coagulazione IXa e X, determinando un passaggio fondamentale per la coagulazione del sangue e quindi l’interruzione dell’emorragia.
A seconda della gravità della patologia, le persone affette da emofilia A possono manifestare sanguinamenti frequenti, soprattutto a livello delle articolazioni o dei muscoli.
Questi sanguinamenti possono costituire motivo di forte preoccupazione per la salute, in quanto causano spesso dolore e possono comportare gonfiore cronico, deformità, mobilità ridotta e danno articolare a lungo termine.
Una grave complicanza del trattamento è rappresentata dallo sviluppo di inibitori verso le terapie sostitutive del fattore VIII.
Gli inibitori sono anticorpi sviluppati dal sistema immunitario dell’organismo che si legano al prodotto sostitutivo del fattore VIII e ne bloccano l’efficacia, rendendo difficile, se non impossibile, ottenere un livello di fattore VIII sufficiente a controllare il sanguinamento. ( Xagena_2018 )

Fonte: Roche, 2018

Xagena_Medicina_2018