Marstacimab nel trattamento dell'emofilia A e B senza inibitori neutralizzanti


Marstacimab ( Hympavzi ) rappresenta una nuova alternativa terapeutica nell'emofilia. Marstacimab è un anticorpo monoclonale inibitore della via del fattore tissutale ( TFPI ), progettato per migliorare l’attività coagulativa bloccando il TFPI e riducendo il rischio di sanguinamenti.
Marstacimab viene somministrato per via sottocutanea a cadenza settimanale, semplificando il trattamento rispetto alle infusioni endovenose frequenti richieste dalla terapia sostitutiva del fattore ( FRT ).

TFPI è un regolatore fisiologico della coagulazione che limita l’attività della via estrinseca del coagulo. Marstacimab agisce bloccando selettivamente TFPI, potenziando la generazione di trombina e migliorando l’emostasi nei pazienti con emofilia A e B. Questo meccanismo consente una gestione efficace della malattia riducendo la frequenza dei sanguinamenti e il carico terapeutico. La possibilità di somministrazione sottocutanea settimanale rappresenta un vantaggio significativo rispetto alle terapie tradizionali, migliorando la qualità di vita dei pazienti e semplificando il regime terapeutico.

Lo studio di fase 3 BASIS ha valutato l’impatto di Marstacimab sulla qualità di vita correlata alla salute ( HRQoL ) nei pazienti con emofilia A grave ( FVIII minore di 1% ) o emofilia B da moderatamente grave a grave ( FIX minore o uguale a 2% ) senza inibitori. Il disegno dello studio prevedeva una fase osservazionale (OP) di 6 mesi seguita da una fase di trattamento attivo (ATP) di 12 mesi con Marstacimab.

I pazienti hanno ricevuto una dose iniziale di 300 mg per via sottocutanea di Marstacimab, seguita da 150 mg settimanali. La dose poteva essere aumentata a 300 mg settimanali in base alla risposta clinica.

Sono stati arruolati 128 pazienti ( 37 fase osservazionale e 91 profilassi di routine [ RP ] ). Di questi, 116 hanno completato la fase ATP. Nel gruppo fase osservazionale, Marstacimab ha mostrato un miglioramento del punteggio Haem-A-QoL nel dominio della salute fisica, con un effetto moderato ( 0,53 SD ). Il 61,3% dei pazienti ha registrato un miglioramento clinicamente rilevante ( maggiore o uguale a 10 punti ) rispetto al 32,3% durante la fase osservazionale.

Nel gruppo profilassi di routine, Marstacimab ha dimostrato la non-inferiorità rispetto alla terapia profilattica precedente, mantenendo i punteggi HRQoL stabili. Anche gli strumenti EQ-5D-5L ed EQ-VAS hanno confermato la stabilità della qualità di vita durante il trattamento. Questi risultati sono particolarmente rilevanti in quanto dimostrano che Marstacimab non solo riduce la frequenza dei sanguinamenti ma mantiene anche la qualità di vita ai livelli preesistenti, elemento cruciale nella gestione a lungo termine dell’emofilia.

Marstacimab ha significativamente ridotto il consumo di terapia sostitutiva del fattore in entrambi i gruppi di pazienti. Nel gruppo fase osservazionale, il consumo medio annualizzato è diminuito da 1276 UI/kg a 111 UI/kg, con una riduzione dei giorni di esposizione alla terapia sostitutiva del fattore da una mediana di 19 giorni a 3 giorni. Nel gruppo profilassi di routine, il consumo è sceso da 3532 UI/kg a 221 UI/kg, con una riduzione delle infusioni profilattiche.

Marstacimab è risultato generalmente ben tollerato, con un profilo di sicurezza coerente con le aspettative. Gli eventi avversi osservati sono stati gestibili e non sono emersi segnali di rischio tromboembolico significativo.

In conclusione, i risultati dello studio BASIS supportano Marstacimab come valida alternativa alla terapia sostitutiva del fattore nei pazienti con emofilia A e B senza inibitori. La riduzione del consumo di fattori della coagulazione, la diminuzione del numero di sanguinamenti e il miglioramento della qualità di vita sono elementi chiave che evidenziano i benefici di questa nuova terapia.
Il vantaggio della somministrazione sottocutanea e la flessibilità del dosaggio rendono Marstacimab una soluzione terapeutica più gestibile rispetto alle tradizionali infusioni endovenose, migliorando l’esperienza del paziente e riducendo l’onere terapeutico. Inoltre, la possibilità di adattare il dosaggio alle esigenze individuali permette di ottimizzare i risultati clinici e minimizzare i rischi. ( Xagena_2025 )

Fonte: European Association for Haemophilia and Allied Disorders - EAHAD 2025 Meeting

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