Terapia trasfusionale con granulociti nei pazienti con grave anemia aplastica


Le infezioni, particolarmente quelle invasive da funghi, sono una delle principali cause di morte nei pazienti con grave anemia aplastica.

Uno studio ha analizzato l’esperienza accumulata nella somministrazione di trasfusioni a base di granulociti nei pazienti con forma grave di anemia aplastica.
L’analisi retrospettiva è stata eseguita su tutti i pazienti con grave anemia aplastica, sottoposti a trasfusioni di granulociti nel periodo 1997-2007 presso i National Institutes of Health ( NIH ).

L’endpoint primario era rappresentato dalla dimissione ospedaliera, mentre gli endpoint secondari comprendevano le risposte microbiologiche, radiografiche e cliniche a 7 e a 30 giorni dopo aver iniziato la terapia trasfusionale, e la conta assoluta dei neutrofili post-trasfusione.

Le trasfusioni di granulociti hanno riguardato 32 pazienti con anemia aplastica grave; la maggioranza di questi ha ricevuto globulina antitimocitaria di cavallo e Ciclosporina A.

Il 25% dei pazienti presentava alloimmunizzazione HLA prima di iniziare la somministrazione di granulociti.

Il numero mediano di componenti di granulociti trasfusi è stato di 9 ( range: 2-43 ).

La sopravvivenza generale alla dimissione ospedaliera è stata del 58%.
La sopravvivenza era fortemente correlata al recupero ematologico.

Tra i 18 pazienti con infezioni fungine invasive, il 44% era in vita al momento della dimissione ospedaliera.

Le risposte a 7 e a 30 giorni sono risultate correlate alla sopravvivenza.

La conta assoluta dei neutrofili post-trasfusione non era differente tra i gruppi, senza alcuna differenza tra i pazienti suddivisi in base allo stato di alloimmunizzazione HLA.

Dallo studio è emerso che le trasfusioni di granulociti possono avere un ruolo aggiuntivo nelle infezioni severe nei pazienti con forma grave di anemia aplastica.
L’alloimmunizzazione HLA non ha rappresentato una controindicazione alla terapia trasfusionale a base di granulociti. ( Xagena_2009 )

Quillen K et al, Haematologica 2009; 94: 1661-1668



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