Leucemia mieloide acuta: la combinazione Venetoclax e Azacitidina produce un vantaggio di sopravvivenza mantenuto prolungato
Nei pazienti con leucemia mieloide acuta di nuova diagnosi non-idonei alla chemioterapia di induzione intensiva, il trattamento con la combinazione dell’inibitore di Bcl-2 Venetoclax ( Venclyxto ) e l’agente ipometilante Azacitidina ( Vidaza ) continua a mostrare un beneficio di sopravvivenza globale ( OS ) anche a lungo termine rispetto alla sola Azacitidina, in tutti i sottogruppi.
La conferma della superiorità della combinazione con venetoclax rispetto al solo ipometilante arriva dai dati aggiornati dello studio registrativo VIALE-A, con un follow-up di ulteriori 2 anni.
Nei pazienti che hanno ricevuto Venetoclax più Azacitidina, la sopravvivenza mediana globale nel gruppo che ha ottenuto una remissione completa e una malattia minima residua ( MRD ) misurabile inferiore a 10-3 è stata di oltre 34 mesi e quella del gruppo con mutazioni di IDH1/2 di circa 20 mesi.
Nella nuova analisi, la durata mediana della remissione completa ( con e senza recupero ematologico completo ) nei pazienti del braccio Venetoclax + Azacitidina ha continuato ad essere più lunga rispetto al braccio di confronto ( 18.2 mesi versus 10.7 mesi ); inoltre, è risultata superiore rispetto a quella registrata nell’analisi ad interim precedente ( 17.5 mesi versus 13.3 mesi ).
Un risultato analogo si è osservato per la durata mediana della remissione completa con recupero ematologico completo: 22,1 mesi versus 13,4 mesi; in questo caso, nel braccio trattato con la combinazione la durata mediana della remissione completa con recupero ematologico completo è risultata più lunga di circa 5 mesi rispetto a quella osservata nell’analisi ad interim precedente ( 17,5 mesi versus 13,3 mesi ).
Riguardo alla sicurezza, la nuova analisi non ha mostrato novità sostanziali e il profilo di sicurezza della combinazione Venetoclax più Azacitidina è risultato nuovamente comparabile con quello della sola Azacitidina.
I principali eventi avversi di qualsiasi grado emersi durante il trattamento e aventi un’incidenza almeno del 20% sono stati: nausea ( 44,5% vs 36,8% ), diarrea ( 45,2% vs 34% ) e costipazione ( 43,8% vs 39,6% ), mentre quelli verificatisi in almeno il 10% dei pazienti sono stati trombocitopenia ( 45,9% vs 39,6% ), neutropenia ( 42,8% vs 28,5% ) e neutropenia febbrile ( 42,8% vs 18,8% ).
Eventi avversi gravi si sono verificati nell'85,1% dei pazienti trattati con la combinazione e nel 77,1% di quelli trattati con la monoterapia.
VIALE-A è uno studio multicentrico internazionale, randomizzato, controllato e in doppio cieco, che ha coinvolto pazienti con leucemia mieloide acuta di nuova diagnosi non-candidabili a una terapia di induzione intensiva perché troppo anziani ( età di 75 anni o superiore ) o per la presenza di comorbidità.
I partecipanti non dovevano essere già stati trattati né con Venetoclax, né con Azacitidina, né con la chemioterapia, ed erano esclusi dall’arruolamento anche i pazienti con caratteristiche genetiche o citogenetiche favorevoli.
In totale sono stati arruolati 433 pazienti, assegnati secondo un rapporto 2:1 al trattamento con Venetoclax o un placebo, in entrambi i casi in associazione con Azacitidina.
L'età mediana dei partecipanti allo studio era di 76 anni in entrambi i bracci, e oltre il 60% aveva 75 anni o più.
I partecipanti nel gruppo combinazione sono stati trattati con Azacitidina 75 mg/m2 per via sottocutanea o endovenosa per i primi 7 giorni di cicli di 4 settimane e Venetoclax 400 mg una volta al giorno per os per tutte le 4 settimane, con un aumento graduale della dose nei primi 3 giorni del primo ciclo, mentre i pazienti del gruppo di controllo sono stati trattati con Azacitidina allo stesso dosaggio del gruppo sperimentale più un placebo orale una volta al giorno per tutte le 4 settimane di ogni ciclo.
La sopravvivenza globale era l'endpoint primario dello studio, mentre gli endpoint secondari chiave comprendevano il tasso di remissione completa ( con o senza recupero ematologico, la sopravvivenza globale e i tassi di remissione completa nei vari sottogruppi molecolari e il tasso di negatività per malattia minima residua.
Tre quarti circa dei pazienti presentavano una leucemia mieloide acuta de novo e, fra quelli con una forma secondaria, il 36,1% nel braccio trattato con la associazione Venetoclax e Azacitidina e il 25,7% nel braccio di controllo avevano una leucemia mieloide acuta correlata alla terapia.
Circa il 45% dei pazienti aveva un performance status ECOG pari a 2 o 3, circa la metà aveva una conta dei blasti midollari almeno del 50% e circa i due terzi una citogenetica a rischio intermedio.
Nel braccio combinazione il 14,1% dei pazienti presentava mutazioni somatiche di FLT-3, il 24,9% di IDH1/2, il 23,3% di TP53 e il 16,6%di NPM1. ( Xagena_2022 )
Fonte: American Society of Hematology ( ASH ) Meeting, 2022
Xagena_Medicina_2022