Glivec migliora la sopravvivenza precoce libera da eventi nella lLeucemia linfoblastica acuta Ph+
Imatinib mesilato ( Glivec ) è un farmaco che potrebbe essere utilizzato contro la leucemia linfoblastica acuta positiva per il cromosoma Philadelphia, uno dei gruppi di leucemia linfoblastica acuta pediatrica a più alto rischio.
Uno studio ha valutato se Imatinib ( 340 mg/m(2)/giorno ) con un regime intensivo di chemioterapia, fosse in grado di migliora gli esiti nei bambini e nei ragazzi da 1 a 21 anni di età con leucemia linfoblastica acuta positiva per il cromosoma Philadelphia ( n=92 ) e per confrontare le tossicità con quelle rilevate nei pazienti con leucemia linfoblastica acuta negativa per il cromosoma Philadelphia ( n=65 ) trattati con la stessa chemioterapia senza Imatinib.
L’esposizione a Imatinib è stata aumentata progressivamente in 5 coorti di pazienti che hanno ricevuto il farmaco da 42 ( coorte 1; n = 7 ) a 280 giorni continuativi ( coorte 5; n = 50 ) prima della terapia di mantenimento.
I pazienti con fratelli donatori HLA-identici sono stati sottoposti a trasfusione sanguigna e trapianto di midollo osseo e sono stati trattati con Imatinib per 6 mesi dopo il trapianto.
L’esposizione continuativa a Imatinib ha migliorato l’esito nei pazienti della coorte 5 con una sopravvivenza libera da eventi a 3 anni dell’ 80%, più del doppio dei controlli storici ( 35%; P<0.0001 ).
La sopravvivenza libera da eventi a 3 anni è risultata simile per i pazienti nella coorte 5 trattati con chemioterapia più Imatinib ( 88% ) o in quelli sottoposti a trapianto di midollo osseo da donatore ( 57% ).
Non sono state osservate tossicità significative associate all’aggiunta di Imatinib alla chemioterapia intensiva.
Il più alto dosaggio di Imatinib nella coorte 5 sembra in grado di migliorare la sopravvivenza grazie al suo impatto sull’esito nei bambini con un più alto margine di malattia minima residua dopo l’induzione.
In conclusione, Imatinib più chemioterapia intensiva ha migliorato la sopravvivenza libera da eventi a 3 anni in bambini e adolescenti con leucemia linfoblastica acuta positiva per il cromosoma Philadelphia, senza aumentare in modo apprezzabile la tossicità.
Il trapianto di midollo osseo più Imatinib non ha portato a vantaggi rispetto al solo trapianto.
È necessario un ulteriore follow-up per determinare l’impatto di questo trattamento sulla sopravvivenza libera da eventi a lungo termine e per determinare se la chemioterapia più Imatinib possa sostituire il trapianto di midollo osseo. ( Xagena_2009 )
Schultz KR et al, J Clin Oncol 2009; 27: 5175-5181
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