Linfoma non-Hodgkin: la terapia a base di Bendamustina e Rituximab aumenta la sopravvivenza libera da progressione in misura maggiore rispetto a CHOP-R, lo standard di cura
L’associazione Bendamustina ( Levact ) e Rituximab ( MabThera ) raddoppia la sopravvivenza libera da progressione nel linfoma non-Hodgkin. L’attuale trattamento standard con CHOP-R ( Ciclofosfamide, Doxorubicina, Vincristina, Prednisone e Rituximab ) è frequentemente associato a gravi eventi avversi e maggiori effetti collaterali rispetto a Bendamustina associata a Rituximab ( B-R ).
Nel corso del Congresso annuale dell’ASCO ( American Society of Clinical Oncology ) sono stati presentati i dati aggiornati dello studio StiL NHL1, che ha messo a confronto le due terapie nei pazienti con linfomi indolenti e mantellari di nuova diagnosi, precedentemente non-sottoposti ad alcun trattamento ( pazienti naive ).
In particolare la terapia con B-R sarebbe più efficace e meglio tollerata dell’attuale standard di trattamento CHOP-R, e la sopravvivenza libera da progressione di malattia più che doppia ( 69.5 verso 31.2 mesi ) nel primo caso rispetto al secondo.
StiL NHL1 è uno studio randomizzato, multicentrico, di fase III, che ha valutato il trattamento di prima linea dei linfomi non-Hodgkin indolenti e mantellari. Questi tipi di linfoma rappresentano i tumori ematologici più frequenti e il linfoma non-Hodgkin è la quinta neoplasia più diffusa in Europa, con un picco di incidenza sopra i 70 anni di età, nonché anche la quinta causa di morte per tumore.
Si presenta tipicamente con un ingrossamento, non-doloroso, delle ghiandole linfatiche. Sotto l’aspetto clinico-patologico, i linfomi non-Hodgkin si dividono in aggressivi e indolenti. I primi si caratterizzano per un esordio brusco e, se non adeguatamente trattati, hanno un decorso rapidamente fatale. I linfomi non-Hodgkin indolenti, invece, presentano un decorso clinico lento e di solito asintomatico, con un andamento cronico-recidivante e poche possibilità di guarigione.
In particolare, il vantaggio significativo in termini di sopravvivenza libera da progressione di malattia osservato con B-R ha riguardato tutti i gruppi, indipendentemente dall’età dei pazienti e dal profilo prognostico. Si è pertanto riscontrato sia nei pazienti con linfomi follicolari ( le forme più comuni di linfomi non-Hodgkin indolenti ), sia in tutti gli altri sottotipi istologici ( tessuto linfoide associato alla mucosa, linfoma mantellare e piccolo linfoma linfocitico ).
Il tasso di risposte complete è risultato significativamente più elevato nel gruppo trattato con Bendamustina e Rituximab ( 39.8% ) rispetto a CHOP-R ( 30% ).
Per quanto riguarda il profilo di tollerabilità, nei pazienti trattati con la prima terapia rispetto a quelli che ricevevano il trattamento standard è stata riportata una minore frequenza di gravi effetti collaterali. Tra questi sono stati registrati neutropenia ( 29% vs 69% ) e leucocitopenia ( 37% vs 72% ).
Il regime B-R era complessivamente meglio tollerato, riportando una minore incidenza di infezioni ( 96 vs 127 pazienti ), di danni nervosi ( 18 vs 73 pazienti ) e di stomatiti ( 16 vs 47 pazienti ).
Il solo effetto collaterale rilevato più frequentemente con la terapia B-R rispetto a CHOP-R è stato il rash cutaneo associato al farmaco ( 82 vs 38 pazienti ). ( Xagena_2012 )
Fonte: Astellas, 2012
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