Mortalità connessa a trasfusione: rischi in corso di trasfusione di sangue allogenico e strategie disponibili per la loro prevenzione


Poiché i rischi di trasmissione di virus tramite trasfusione di sangue allogenico sono stati ridotti a livelli estremamente bassi negli Stati Uniti, danni polmonari acuti correlati a trasfusione, reazioni emolitiche trasfusionali, e sepsi associate a trasfusione sono emerse come le principali cause di decessi legati a trasfusione di sangue allogenico.
Dal 2004 sono state introdotte misure preventive per il danno polmonare acuto e la sepsi da trasfusione, ma la loro applicazione rimane incompleta.

Le cause infettive dei decessi legati a trasfusione di sangue allogenico rappresentano attualmente meno del 15% della mortalità correlata alle trasfusioni, ma rimane la possibilità che un nuovo agente infettivo trasmesso tramite trasfusione possa emergere in futuro causando una malattia mortale.

Oltre a queste complicanze dovute alle trasfusioni di sangue allogenico, studi randomizzati controllati hanno confrontato i destinatari di componenti ematici leucoridotti versus non-leucoridotti in cardiochirurgia, e hanno documentato un aumento della mortalità in associazione con le trasfusioni di sangue allogenico non-leucoridotto.

La mortalità correlata alle trasfusioni di sangue allogenico può quindi essere ulteriormente ridotta applicando universalmente la politica di evitare che futuri donatori alloimmunizzati agli antigeni dei globuli bianchi donino prodotti del plasma, adottando strategie per prevenire le reazioni emolitiche trasfusionali, trasfondendo ai pazienti sottoposti a chirurgia cardiaca componenti leucoridotti, riducendo l'esposizione a donatori allogenici attraverso linee guida trasfusionali conservative ed evitando le trasfusioni di prodotti ematici pooling, e migliorando le tecnologie di riduzione degli agenti patogeni in modo da abbassare ulteriormente il rischio residuo di sepsi associata a trasfusione, nonché i potenziali rischi di agenti patogeni che potrebbero emergere nel prossimo futuro. ( Xagena_2009 )

Vamvakas E C e Blajchman M A, Blood 2009; 113: 3406-3417



Link: MedicinaNews.it

Emo2009