Danno polmonare acuto da trasfusione dopo chirurgia cardiaca: incidenza, fattori di rischio ed esiti
Il danno polmonare acuto da trasfusione è la principale causa di morbilità e mortalità legata a trasfusione.
Gli anticorpi e i lipidi bioattivi che si accumulano durante la conservazione del sangue sono implicati nella patogenesi del danno polmonare acuto da trasfusione.
In uno studio caso-controllo in un singolo Centro, i pazienti sono stati osservati in modo prospettico per l'insorgenza di danno polmonare acuto da trasfusione secondo la definizione comune.
Su 668 pazienti, 16 ( 2.4% ) hanno sviluppato danno polmonare acuto da trasfusione.
I fattori di rischio correlati al paziente per l'insorgenza di danno polmonare acuto da trasfusione erano l'età e il momento di impianto del bypass cardiopolmonare.
I fattori di rischio correlati alla trasfusione erano la quantità totale di prodotti ematici ( odds ratio, OR=1.2 ), numero di globuli rossi conservati più di 14 giorni ( OR=1.6 ), quantità totale di plasma ( OR=1.2 ), presenza di anticorpi nel plasma dei donatori ( OR=8.8 ) e lipidi bioattivi complessivamente trasfusi ( OR=1.0 ).
Dopo aggiustamento per i fattori di rischio del paziente, solo la presenza di anticorpi nei prodotti ematici è rimasta come fattore di rischio per danno polmonare acuto da trasfusione ( OR=14.2 ).
La mortalità ospedaliera per danno polmonare acuto da trasfusione è stata del 13% rispetto allo 0% e al 3% nei pazienti trasfusi e non trasfusi, rispettivamente ( P inferiore a 0.05 ).
In conclusione, l'incidenza di danno polmonare acuto da trasfusione è risultata alta nei pazienti sottoposti a chirurgia cardiaca ed è associata ad esito avverso.
I risultati dello studio suggeriscono che i pazienti sottoposti a chirurgia cardiaca possono beneficiare dell'esclusione di prodotti ematici contenenti anticorpi HLA/HNA. ( Xagena_2011 )
Vlaar APJ et al, Blood 2011; 117: 4218-4225
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Emo2011