COVID-19 e coagulopatia: gestione per gli operatori sanitari
L'infezione da virus SARS-CoV-2 può causare una coagulopatia. Due documenti disgiunti sono stati pubblicati il 25 marzo 2020, fornendo una guida agli operatori sanitari sui test di coagulazione e sulla gestione della coagulopatia e del sanguinamento.
Entrambi i documenti contengono raccomandazioni di buon senso basate sulla pratica clinica tipica dell'era non-COVID-19 e alcune osservazioni sui pazienti con malattia COVID-19 ( COronaVIrus Disease 19 ).
Le uniche differenze tra le raccomandazioni dei documenti sono due e relativamente minori:
a) Paziente non-sanguinante con coagulopatia: il documento ISTH raccomanda che nei pazienti non-sanguinanti la conta piastrinica sia mantenuta sopra 20 x 10(9)/L e il fibrinogeno sopra 2.0 g/L, mentre il documento HRM raccomanda che i risultati dei test di coagulazione anormali non richiedano correzione nei pazienti che non-sanguinano;
b) Paziente con sanguinamento ( maggiore ): il documento ISTH raccomanda che nei pazienti sanguinanti il fibrinogeno sia mantenuto sopra 2.0 g/L, mentre il documento HRM raccomanda che sia mantenuto sopra 1.5 g/dL.
A. Documento ISTH
L'International Society on Thrombosis and Haemostasis ( ISTH ) ha pubblicato un documento di orientamento il 25 marzo 2020, fornendo un algoritmo semplice e facilmente seguibile per la gestione della coagulopatia da COVID-19.
Le principali indicazioni, tenendo presente che si tratta di una guida intermedia e che potrà essere modificata con lo sviluppo delle conoscenze:
a. D-dimero: i dati indicano che i D-dimeri notevolmente elevati sono un fattore predittivo di mortalità. Il gruppo ISTH suggerisce che i pazienti con livelli di D-dimero marcatamente elevati ( che può essere arbitrariamente definito come un aumento di 3-4 volte ) dovrebbero essere considerati per il ricovero in ospedale anche in assenza di altri sintomi di gravità della malattia;
b. Piastrine: i dati suggeriscono che la trombocitopenia può anche essere un fattore prognostico per la mortalità, ma questa non è stata una constatazione costante;
c. Test di coagulazione: il monitoraggio continuo di PT ( tempo di protrombina ), D-dimero, conta piastrinica e fibrinogeno può essere utile per determinare la prognosi nei pazienti COVID-19 che richiedono il ricovero in ospedale;
d. Profilassi del tromboembolismo venoso: tutti i pazienti ( inclusi quelli non-critici ) che necessitano di ricovero ospedaliero per infezione da COVID-19 devono ricevere una dose profilattica di Eparina a basso peso molecolare ( LMWH ), a meno che non abbiano controindicazioni ( sanguinamento attivo e conta piastrinica inferiore a 25 x 10(9)/L );
e. Gestione del sanguinamento: il sanguinamento è raro nel contesto dell'infezione da SARS-CoV-2. In caso di sanguinamento, può essere seguita una guida ISTH generale;
f. Terapia sperimentale: i trattamenti ( concentrato di antitrombina, trombomodulina ricombinante, Idrossiclorochina ) al momento devono essere considerati solo sperimentali.
B. Documento Hunt-Retter-McClintock ( HRM )
Il 25 marzo 2020 è stato pubblicato un altro documento di orientamento. Le raccomandazioni chiave:
g. Profilassi del tromboembolismo venoso: la profilassi deve essere somministrata a tutti i pazienti ad alto rischio;
h. Embolia polmonare: deve essere considerata la possibilità di embolia polmonare nei pazienti con insorgenza improvvisa di deterioramento dell'ossigenazione, difficoltà respiratoria, riduzione della pressione sanguigna;
i. Eparina a basso peso molecolare anzichè gli anticoagulanti orali: sostituire gli anticoagulanti orali diretti ( DOAC ) o gli antagonisti della vitamina K ( ad esempio Warfarin ) con Eparina a basso peso molecolare;
l. Coagulopatia, ma nessun sanguinamento: anomali risultati di coagulazione ( coagulopatia ) in pazienti che non sanguinano non richiedono la correzione con trasfusioni;
m. Sanguinamento maggiore: per i pazienti con sanguinamento maggiore è necessario somministrare plasma fresco congelato ( FFP ) e globuli rossi, in modo empirico, seguito da prodotti ematici sulla base di ripetuti test di coagulazione: se INR maggiore di 1.5 o rapporto aPTT maggiore di 1.5, somministrare FFP; se fibrinogeno inferiore a 1.5 g/L, somministrare crioprecipitato o concentrato di fibrinogeno; se piastrine inferiori a 50 x 10(9)/L, somministrare piastrine; se il paziente non presenta coagulazione intravascolare disseminta ( DIC ), somministrare anche Acido Tranexamico; non impiegare il fattore VIIa ricombinante. ( Xagena_2020 )
Fonte: ISTH & HRM, 2020
Xagena_Medicina_2020