Leucemia mieloide acuta e previsione di sopravvivenza post-remissione
Il trattamento ottimale post-remissione nella leucemia mieloide acuta è ancora argomento di dibattito.
I trattamenti di consolidamento includono chemioterapia con alta dose di Citarabina ( Aractyn ) o trapianto allogenico o autologo di cellule staminali emopoietiche.
Un’analisi post-hoc dello studio AML96 è stata effettuata con lo scopo di differenziare gruppi di pazienti in base ai trattamenti che avrebbero fornito loro il beneficio ottimale.
Nello studio multicentrico AML96, 586 pazienti ( età 15-60 anni ) con leucemia mieloide acuta [ esclusi quelli con t(8;21) in remissione completa dopo doppio trattamento di induzione ] sono stati sottoposti a terapia di consolidamento con trapianto allogenico di cellule staminali emopoietiche, trapianto autologo di cellule staminali emopoietiche o chemioterapia contenente alta dose di Citarabina sulla base della priorità e con adattamento al rischio.
È stata valutata l’associazione tra variabili potenzialmente prognostiche e sopravvivenza generale dopo remissione completa mediante analisi di regressione di Cox stratificata.
Con le variabili significative del risultante modello, è stato sviluppato un punteggio di trattamento post-remissione in 452 pazienti con un dataset completo.
Questo punteggio è stato poi validato utilizzando i dati di 407 pazienti dello studio AML2003.
Sono stati identificati come fattori prognostici indipendenti l’età, la percentuale di blasti CD34-positivi, il rapporto mutante-wild type per FLT3-ITD, il rischio citogenetico e la leucemia mieloide acuta de-novo o secondaria; sono stati inclusi nel punteggio di trattamento post-remissione.
Questo punteggio ha permesso di dividere i pazienti dello studio AML96 in 3 gruppi: favorevole ( n=190; sopravvivenza a 3 anni 68% ), intermedio ( n=198; 49% ) e sfavorevole ( n=64; 20% ).
Tutti i confronti a coppie di due dei 3 gruppi di punteggio sono risultati significativi nel log-rank test ( p inferiore a 0.0001 ).
Risultati simili sono stati osservati quando sono stati utilizzati i dati dello studio AML2003: la sopravvivenza a 3 anni per il gruppo favorevole ( n=265 ) è stata del 69%, per il gruppo intermedio ( n=114 ) è stata del 61% e per il gruppo sfavorevole ( n=28 ) del 46%.
Il confronto generale tra i 3 gruppi di rischio ha portato a probabilità di sopravvivenza significativamente diverse ( p=0.015 ).
Sono state inoltre analizzate le risposte al trattamento nello studio AML96 in ciascuno dei gruppi di punteggio di trattamento post-remissione.
Nel gruppo favorevole, i pazienti sottoposti a trapianto allogenico di cellule staminali emopoietiche ( n=60 ) hanno mostrato maggiore probabilità di sopravvivenza ( 82% ) rispetto a quelli sottoposti a chemioterapia ( n=56, 55%; p=0.0012 ) o a trapianto autologo di cellule staminali emopoietiche ( n=74, 66%; p=0.044 ).
Nel gruppo intermedio di punteggio di trattamento post-remissione, i pazienti sottoposti a trapianto autologo di cellule staminali emopoietiche ( n=69 ) hanno mostrato migliori probabilità di sopravvivenza ( 62% ) rispetto a quelli sottoposti a chemioterapia ( n=72, 41%; p=0.0006 ) o a trapianto allogenico di cellule staminali emopoietiche ( n=57, 44%; p=0.0045 ).
In conclusione, i gruppi di punteggio di trattamento post-remissione potrebbero aiutare i medici a scegliere il trattamento migliore per i pazienti con leucemia mieloide acuta, e questi risultati sostengono l’utilizzo del trapianto autologo di cellule staminali emopoietiche in pazienti di età uguale o inferiore a 60 anni con un punteggio intermedio. ( Xagena_2012 )
Pfirrmann M et al, Lancet Oncol 2012; 13: 207-214
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Emo2012