Torna alla ribalta l'STI571 e con nuove prospettive terapeutiche

A cura di Giovanna Serenelli, Policlinico Monteluce, Perugia


L'Imatinib Mesilato, un farmaco, sino ad oggi noto con la sigla STI571 entra prepotentemente nella terapia della Leucemia Mieloide Cronica (LMC) in crisi blastica o in fase accelerata o, ancora, in fase cronica dopo fallimento della terapia con interferone.

L'Imatinib Mesilato, un farmaco, sino ad oggi noto con la sigla STI571 entra prepotentemente nella terapia della Leucemia Mieloide Cronica (LMC) in crisi blastica o in fase accelerata o, ancora, in fase cronica dopo fallimento della terapia con interferone.
Approvato con questa indicazione dalla FDA, il Gleevec, o Glivec, agisce bloccando i 'segnali di crescita' per le cellule tumorali (inibitore della tirosin chinasi) risparmiando al tempo stesso quelle normali.
I vantaggi del farmaco, prodotto dalla Novartis, sono rappresentati non solo dalla facilità di somministrazione (è prodotto in compresse), ma soprattutto dall'ottima risposta ottenuta nei casi avanzati di LMC.
Gli effetti collaterali sono costituti da nausea, vomito, diarrea, dolori muscoloscheletrici, stanchezza, edema periorbitale, tutti controllabili con comuni accorgimenti terapeutici. Possono verificarsi alterazioni ematologiche, in particolare: neutropenia (riduzione del numero dei globuli bianchi) e/o trombocitopenia (riduzione del numero delle piastrine) con possibile comparsa di emorragie.
Test clinici in corso fanno sperare che il farmaco potrà offrire nuove possibilità terapeutiche anche per altri tipi di leucemie, per alcuni tumori rari che colpiscono il polmone o l'intestino, per i gliomi, per i cancri della prostata resistenti alle terapie ormonali. Anche se non sono, ovviamente, ancora noti i dati relativi alla sopravvivenza a lungo termine dei malati trattati con questo farmaco, è comunque importante che il miglioramento della sintomatologia compaia spesso già dopo la prima settimana di terapia.