Disordini linfoproliferativi a cellule B e vaccini idiotipici


I linfomi non-Hodgkin costituiscono un gruppo eterogeneo di tumori, la cui incidenza è aumentata nelle ultime decadi, rimanendo una significativa frazione di casi incurabile. Le forme a basso grado di malignità mostrano frequentemente recidive alla chemioterapia e una prognosi infausta.
Queste evidenze, insieme alla tossicità dei trattamenti standard, stimolano lo sviluppo di nuove terapie per un miglior controllo di tali neoplasie.

I vaccini che abbiano come bersaglio l’idiotipo ( Id ) di linfomi / leucemie a cellule B rappresentano un approccio immunoterapeutico promettente che potrebbe consentire un miglior controllo clinico di tali neoplasie e con minore tossicità rispetto alle terapie convenzionali.
Questa strategia è basata sull’osservazione che le immunoglobuline ( Ig ) clonotipiche espresse dai linfociti B neoplastici presentano determinanti unici che possono fungere da antigeni tumore-specifici.

In modelli murini, i vaccini idiotipici si sono dimostrati in grado di indurre risposte immuni protettive, mentre studi clinici condotti su pazienti con linfoma hanno dimostrato che vaccini idiotipici ricombinanti o cellule dendritiche pulsate con Id paziente-specifici possono indurre risposte citotossiche tumore-specifiche clinicamente significative, con tossicità contenuta.

Tuttavia, il largo impiego di tali vaccinazioni è ostacolato dal fatto che i vaccini devono essere prodotti singolarmente e in maniera individualizzata per ciascun paziente, con una notevole complessità di produzione e costi difficilmente sostenibili.
La caratterizzazione molecolare di vari istotipi di neoplasie linfoidi ha recentemente fornito evidenze che suggeriscono come tali limitazioni possano essere superate. Infatti, è stato dimostrato che vari istotipi di neoplasie a cellule B possono utilizzare gli stessi segmenti genici Ig, suggerendo che la condivisione di Id simili tra neoplasie di diversi pazienti sia più frequente di quanto ritenuto in passato. In particolare, circa il 20-25% delle leucemie linfatiche croniche ( CLL ) esprimono, sulla superficie cellulare della loro componente neoplastica, combinazioni stereotipate di IgH/IgL con sequenze omologhe anche a livello delle regioni ipervariabili ( HCDR3 ) delle IgH.

Studi precedenti hanno dimostrato che la proteina VK3-20, frequentemente espressa in B-NHL HCV-associati, è immunogenica in sistemi ex vivo ed è in grado di indurre risposte citotossiche specifiche nei riguardi di proteine VK correlate e utilizzate anche da altreforme di linfoma / leucemia a cellule B. Ciò fornisce un solido razionale per lo sviluppo di vaccini ricombinanti che utilizzino Id condivisi da differenti neoplasie a cellule B. ( Xagena_2009 )

Fonte: Istituto Superiore di Sanità ( ISS ), 2009



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