Epatite C: Pesasys a base di Peginterferone alfa-2a approvato anche nei bambini a partire dai 5 anni d'età


La Commissione europea ha ampliato le indicazioni di Pegasys ( Peginterferone alfa-2a ), estendendo l’uso, in associazione a Ribavirina, ai bambini con infezione cronica del virus dell’epatite C ( HCV ) a partire dai 5 anni di età.

Pegasys potrà essere impiegato nei pazienti mai tratti in precedenza e con diagnosi positiva di infezione da HCV.

La decisione di ampliare le indicazioni di Pegasys si basa sui risultati di uno studio randomizzato e controllato che ha arruolato 114 bambini dai 5 ai 17 anni con infezione cronica da HCV.
Lo studio ha valutato l’efficacia di Peginterferone alfa-2a in combinazione con Ribavirina, rispetto al solo Peginterferone alfa-2a.

La combinazione di farmaci ha prodotto un SVR ( risposta virologica sostenuta ) in più della metà dei pazienti trattati ( 53% ), rispetto al 21% dei bambini trattati con il solo Peginterferone alfa-2a.

La maggior parte dei pazienti presentava una infezione da HCV genotipo 1, il più difficile da trattare.

Questi risultati relativi a pazienti pediatrici erano consistenti con quelli osservati negli adulti.

La trasmissione madre-figlio è il modo più frequente con cui i bambini si infettano con il virus HCV.
Nell'Unione Europea sarebbero circa 65mila i bambini con infezione cronica da virus dell’epatite C.

Attualmente, la combinazione Interferone più Ribavirina, rimane il gold standard della terapia per l’infezione da HCV.
I nuovi antivirali, Telaprevir e Boceprevir, possono essere utilizzati solo in associazione a questi due farmaci.

Devono essere sottoposti a screening con ricerca di anticorpi anti-HCV ( HCV-Ab ) tutti i nati da madre con infezione da HCV.
La trasmissione del virus dalla madre al figlio avviene durante il parto ed è la principale modalità di contagio nel bambino.
Il rischio è elevato se la madre presenta una viremia ( evidenziata con dosaggio quantitativo di HCV-RNA ) elevata e/o co-infezione con il virus HIV.
Il parto cesareo e l’allattamento al seno non modificano il rischio di trasmissione.

Molto spesso l’epatite C è scoperta in modo casuale durante esami ematochimici, effettuati a bambini a rischio o nati da madri con epatite C.
I bambini non presentano generalmente sintomi. Le transaminasi risultano elevate in un terzo dei casi. La biopsia epatica non evidenzia danno o evidenzia danno minimo nel 90% dei casi. La cirrosi è osservata nel 3% circa dei casi.

Allo stato attuale delle conoscenze, l’epatite C del bambino si presenta nella maggior parte dei casi come una malattia benigna. La guarigione spontanea si osserva in un terzo dei casi. Per i restanti 2/3 l’evoluzione è cronica. ( Xagena_2013 )

Fonte: Roche, 2013

Xagena_Medicina_2013