Anticorpi ASCA nell’epatite autoimmune


Gli autoanticorpi rappresentano nell’epatite autoimmune marcatori di malattia. Gli anticorpi anti-nucleo, anti-muscolo liscio, anti-microsoma fegato/rene tipo 1 e anti-citoplasma dei neutrofili, costituiscono la batteria convenzionale di anticorpi, mentre crescente interesse per valutare nuovi autoanticorpi come marcatori diagnostici o prognostici è diretto verso anticorpi tra i quali quello anti-Saccharomyces cerevisiae ( ASCA ).

Gli ASCA sono presenti nel 5-6.3% dei donatori di sangue e, in ambito gastrointestinale, sono stati ritrovati più spesso nella malattia di Crohn e meno nella colite ulcerosa e nel morbo celiaco. Sono inoltre, presenti in pazienti con colangite sclerosante primitiva, cirrosi biliare primitiva ed epatite autoimmune.

Gli ASCA occorrono nel 20-30% dei pazienti affetti da epatite autoimmune con un incremento statisticamente significativo osservato solo per le IgG nell’epatite autoimmune di tipo 1. Ciò indica probabilmente una reattività immunitaria collaterale al processo patogenetico primitivo.

La prognosi dell’epatite non è influenzata dalla presenza degli ASCA.

In conclusione, la presenza degli ASCA non determina un distinto sottogruppo di pazienti con epatite autoimmune. Gli anticorpi anti-Saccharomyces cerevisiae non sono coinvolti nel meccanismo patogenetico. ( Xagena_2009 )

Fagoonee S et al, Minerva Gastroenterologica e Dietologica 2009; 55: 37-40



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