Neurotensina, un possibile biomarcatore di malattie metaboliche associate all'obesità


La neurotensina ( NT ) è un peptide di 13 aminoacidi, isolato per la prima volta nel 1973. Come molti altri neuropeptidi, la neurotensina svolge il doppio ruolo di neurotrasmettitore e neuromodulatore nel sistema nervoso centrale, e di ormone locale a livello periferico.

Nel sistema nervoso centrale, la neurotensina funge da neuromodulatore soprattutto della trasmissione dopaminergica ed in misura minore di quella serotoninergica e noradrenergica, ed influenza anche la secrezione ormonale.
A livello periferico la neurotensina è un modulatore paracrino ed endocrino del tratto digestivo, e del sistema cardiovascolare dei mammiferi ed può agire anche come fattore di crescita di cellule normali e tumorali.

Uno studio ha dimostrato che il dosaggio ematico della pro-neurotensina è in grado di identificare la presenza di steatosi epatica e steatoepatite, condizioni patologiche gravi e associate ad aumento della mortalità cardiovascolare.

La misurazione della pro-neurotensina potrebbe permettere di adottare strategie di stratificazione nel rischio cardiovascolare più accurate nella popolazione generale, e più in particolare tra gli individui affetti da malattie metaboliche e diabete mellito di tipo 2, che per definizione sono ad alto rischio cardiovascolare.

Finora era noto che la neurotensina fosse in grado di predire a lungo termine lo sviluppo di obesità e diabete mellito di tipo 2 ma non si era a conoscenza di una possibile associazione tra questa proteina e la presenza di malattie epatiche associate ad aumentata mortalità cardiovascolare come la NAFLD ( steatosi epatica non-alcolica ) e la NASH ( steatoepatite non-alcolica ).

Lo studio, che ha interessato pazienti afferenti al Centro di Diabetologia dell’Università Sapienza di Roma, ha dimostrato per la prima volta nell’uomo l’esistenza di una correlazione tra pro-neurotensina e NAFLD / NASH, già osservata nei modelli animali, e ha evidenziato una nuova associazione tra neurotensina e presenza di infiammazione del grasso addominale, condizione identificata solamente negli ultimi anni e che riscuote notevole interesse nel campo della ricerca in quanto potenziale causa di diabete mellito di tipo 2, steatosi epatica e, in genere, di malattie metaboliche associate all’obesità.

Dallo studio è emerso che la neurotensina è un nuovo importante biomarcatore di steatosi epatica e steatoepatite.
Per i suoi effetti sull’assorbimento dei grassi è possibile ipotizzare un ruolo della neurotensina nei meccanismi di accumulo del grasso epatico e la possibilità, attraverso la sua modulazione, di prevenire o curare questa condizione. ( Xagena_2018 )

Fonte: Università La Sapienza di Roma, 2018

Xagena_Medicina_2018