Il mantenimento della perdita di peso e l'attività fisica producono riduzione dei livelli degli enzimi epatici , dei livelli di insulina a digiuno e miglioramenti della qualità di vita nei pazienti in sovrappeso con malattia epatica cronica
L'obesità è un fattore di rischio per il progredire della fibrosi nelle malattie epatiche croniche, come la steatoepatite non-alcolica e l'epatite C.
Lo scopo dei Ricercatori Australiani è stato quello di indagare sull'effetto nel lungo periodo della perdita di peso sul metabolismo epatico, sui livelli plasmatici di insulina e sulla qualità della vita, nei pazienti in sovrappeso con malattia epatica e sull'effetto di un successivo mantenimento o riacquisto di peso.
Un totale di 31 casi sono stati sottoposti a dieta e ad attività fisica per 15 mesi.
Il 68% ( n = 21 ) pazienti ha raggiunto e mantenuto la perdita di peso, con una riduzione media del peso corporeo del 9.4%.
La perdita di peso è risultata correlata a miglioramenti nei livelli plasmatici di alanin-aminotransferasi ( ALT ) ( p=0,04 ).
Nei pazienti che hanno mantenuto la perdita di peso, i livelli medi di ALT a 15 mesi, si sono mantenuti significativamente più bassi rispetto ai valori all'arruolamento ( p= 0.004 ).
A 15 mesi, i 10 pazienti, che avevano recuperato il peso perso, presentavano valori di ALT non differenti da quelli dell'arruolamento ( p= 0.79 ).
Anche i miglioramenti dei livelli plasmatici di insulina a digiuno sono risultati correlati alla perdita di peso.
La perdita di peso ha influito positivamente anche sulla qualità della vita dei pazienti.( Xagena_2004 )
Hickman I J et al, Gut 2004; 53: 413-419.
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