Pyrgos: i profumi di Afrodite ed il segreto dell’olio
La scoperta, emersa a Pyrgos ( sito sul versante meridionale della collina di Mavroraki nell’isola di Cipro ), dei resti di un impianto industriale costituito da un vasto edificio di almeno 4.000 metri quadri che risale all’inizio del II millennio a.C. ha qualcosa di affascinante.
È stato dimostrato per la prima volta che nell’estremo bacino orientale del Mediterraneo l’olio d’oliva non veniva prodotto a soli scopi alimentari ma anche come base per la produzione di antichi profumi.
Le otto campagne di scavo - iniziate nel 1998 dalla Missione Archeologica Italiana del Consiglio Nazionale delle Ricerche e dirette dalla ricercatrice Maria Rosaria Belgiorno - hanno messo in luce fino ad oggi il 30% circa del complesso architettonico.
I profumi di Afrodite e il segreto dell’olio. Scoperte archeologiche a Cipro racconta una storia, quella di Pyrgos, che nei suoi sviluppi ricorda le vicende di Pompei.
Intorno al 1850 a.C. un violento terremoto sorprese gli abitanti del villaggio. Le mura crollarono e ricoprirono officine e laboratori.
Non è escluso che la totale distruzione dell’edificio e la decisione di abbandonare il sito da parte degli abitanti sia stata causata non solo dall’evento sismico, ma anche da un violento incendio divampato dopo il terremoto, alimentato dall’enorme quantità di olio fuoriuscito dalle giare travolte dal crollo delle strutture murarie.
Come avvenne per Pompei, anche a Pyrgos è bastato scavare sotto un sottile strato di terra per trovare un vero e proprio mondo sigillato. Quando la fabbrica dei profumi fu scoperta, la disposizione dei vasi e delle suppellettili mostrava che al momento del terremoto si stavano producendo diverse essenze profumate. Nel cortile adiacente sono stati trovati preziosi askoi e decine di vasi, bacili, tazze, porta profumi e attingitoi accanto ad una giara e ad altri tre grandi contenitori anforoidi che fanno ipotizzare la presenza di una sorta di luogo di scambio assimilabile ad una vera e propria profumeria.
Alcuni oggetti del corredo vascolare della fabbrica dei profumi sono particolarmente interessanti e curiosi. Primo fra tutti l’apparato distillatorio, composto da 4 grandi vasi in terracotta, che costituisce il primo esempio di alambicco della storia, trovato in situ, di cui sia stata provata la funzionalità attraverso una replica.
L’insieme, di enorme importanza storica, retrocede di oltre 2600 anni la conoscenza delle pratiche distillatorie ritenute un’invenzione araba del VII sec. q.C.
Tra gli oggetti di impiego tecnologico ci sono gli imbuti in terracotta, i più antichi finora mai rinvenuti, pressoché identici a quelli usati oggi.
Ma vi sono anche vasi di particolare bellezza come l’anfora con due idoli al posto delle anse, la brocca cosiddetta dei serpenti, un pregevole supporto per vaso a ferro di cavallo che era forse adoperato per sostenere sul fuoco vasi nei quali si produceva un profumo speciale, un rarissimo mortaio composto da più di 18 coppelle multiple, trovato vicino ad un bacile incrostato con resina mista ad oppio e una tavoletta di pietra per cosmetici, forse Kohl, la cui superficie piana mostra un cerchio ellissoidale di abrasione, lasciato dallo scorrimento dell’assicella che mescolava l’Hennè.
La continuità storica attraverso i secoli della produzione dei profumi nel distretto di Limassol è documentata, inoltre, da una serie di bottigliette portaprofumi appartenenti ai periodi storici successivi al terremoto di Pyrgos, fino al periodo bizantino. Tra questi vi sono pregevoli incensieri rinvenuti nel tempio di Afrodite di Amathunte ( Limassol ) e due statuette di oranti che recano un fiore tra le mani. Tra i 12 oggetti di vetro si distingue per la sua bellezza una bottiglietta a stampo, con un grappolo d’uva e rose in rilievo, dalle affascinanti iridescenze.
Sono stati anche rinvenuti alcuni oggetti, utilizzati ancora oggi a Cipro per la produzione di essenze destinate ad uso domestico o liturgico: alambicchi per l’estrazione dei profumi di limone, arancio amaro e rosa.
Sono state rinvenute nelle bottiglie portaprofumi di Pyrgos le fragranze di 4 dei profumi preistorici, ricreate dal Centro di Archeologia Sperimentale Antiquitates di Blera.
Nel caso dei profumi di Afrodite il Centro Antiquitates ha riprodotto i materiali ceramici e le macine in pietra nelle forme e nelle dimensioni di quelli ritrovati nella fabbrica di Pyrgos.
Un’attenta analisi per la realizzazione pratica dei profumi è stata rivolta alle piante utilizzate per ottenere le essenze necessarie per tale produzione. Oltre all’olio d’oliva, le analisi di laboratorio del contenuto delle fosse, delle brocche e dei portaprofumi hanno evidenziato la presenza di essenze come il coriandolo, il bergamotto, la trementina, le mandorle amare, l’alloro, il mirto e il prezzemolo.
Per la sperimentazione presso il Centro Antiquitates sono stati usati oltre all’olio d’oliva, foglie, fiori e frutti di alloro, cannella, finocchio, terebinto, lavanda, rosa, prezzemolo, mirto, coriandolo, bergamotto, menta, menta bergamotto, origano, anice, mandorla amara e pino d’Aleppo. Attraverso le due tecniche a caldo e della distillazione sono stati riprodotti i procedimenti di estrazione degli oli profumati, così come era in uso nella fabbrica dei profumi di Pyrgos. Considerato che il profumo si compone di una base, un cuore e le fragranze, grazie all’archeologia sperimentale si crede che la distillazione fosse funzionale alla produzione delle basi, mentre l’estrazione a caldo alla creazione delle fragranze utilizzabili nel tempo.
Cipro è sacra ad Afrodite e al suo il mito, nato forse quando l’isola era già nota nel Mediterraneo come luogo che produceva profumi e pregiati cosmetici per la bellezza femminile. Non è probabilmente un caso che il cosmetico più noto ed antico in Europa, la Cipria, porti il nome del luogo dove è stata trovata una fabbrica di profumi che risale a 4.000 anni fa.
La fama dell’isola rimase inalterata attraverso i secoli fino agli inizi del XX secolo quando il grande profumiere François Coty presentò al mondo, nel 1917, uno dei profumi più famosi del Novecento, Chypre de Coty, una fragranza fresca creata da una mescolanza magistrale di note di bergamotto, limone, neroli e arancio, con un cuore di rosa e gelsomino, sulle basi del muschio di quercia, patchouli, laudano, storace e zibetto. Insieme a Chypre Coty creò altri profumi e ne definì nomi e caratteristiche di dieci famiglie, alle quali appartengono tutti i profumi del mondo. Chypre è l’unica famiglia a cui Coty ha dato un nome corrispondente a un luogo geografico. Chypre comprende oggi centinaia di fragranze, firmate dai più celebri nomi della moda, e insieme a loro continua a scrivere la storia del profumo. ( Xagena_2007 )
Fonte: CNR, 2007
Link: MedicinaNews.it