Inibitori della fosfodiesterasi-5 e usi cardiaci
Gli inibitori della fosfodiesterasi-5 ( PDE-5 ) migliorano la funzione erettile, migliorando la disponibilità di ossido nitrico nel pene e la sua vascolarizzazione, con conseguente vasodilatazione e aumento del flusso sanguigno.
Gli inibitori PDE5 potrebbero fornire un beneficio nelle malattie cardiovascolari, perché la fosfodiesterasi-5 si trova anche in altre parti del corpo, compreso il sistema vascolare polmonare e sistemico e nel miocardio ipertrofico.
Gli inibitori PDE5 sono approvati per l'ipertensione arteriosa polmonare, dato che hanno migliorato diversi parametri emodinamici e clinici in grandi studi clinici randomizzati.
Evidenze iniziali suggeriscono che gli inibitori PDE5 forniscono beneficio ai pazienti con insufficienza cardiaca congestizia e ipertensione polmonare secondaria.
Gli inibitori PDE5 sembrano migliorare i parametri emodinamici e clinici in pazienti con edema polmonare da alta quota ( HAPE ) e ipertensione polmonare da alta quota.
Negli scalatori con precedenti episodi di HAPE, gli inibitori PDE5 hanno impedito HAPE in 2 piccoli studi randomizzati.
In piccoli studi randomizzati con inibitori PDE5, i pazienti con fenomeno di Raynaud hanno dimostrato miglioramento del flusso di sangue, minor numero di sintomi e della frequenza di attacchi, e la risoluzione delle ulcere digitali.
Oltre a migliorare la vasodilatazione, gli inibitori PDE5 sembrano proteggere il miocardio attraverso percorsi complessi che coinvolgono ossido nitrico, guanosina monofosfato ciclico, proteina chinasi G, chinasi regolata da segnali extracellulari, proteina-2 del linfoma a cellule B e inibizione della Rho-chinasi.
Nei modelli animali di infarto miocardico acuto, gli inibitori PDE5 hanno costantemente ridotto la dimensione dell'infarto mediante un’azione cardioprotettrice; gli inibitori PDE5 hanno anche promosso il rimodellamento inverso e hanno ridotto l'apoptosi del miocardio, la fibrosi e l'ipertrofia.
Gli inibitori PDE5 potrebbero anche essere di beneficio per i pazienti con ipertensione resistente al trattamento, preeclampsia, o arteriopatia periferica. ( Xagena_2012 )
Schwartz BG et al, J Am Coll Cardiol 2012; 59: 9-15
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