Tumore differenziato della tiroide: Lenvima, un inibitore della tirosin-chinasi


Lenvima ( Lenvatinib ) è un farmaco per il trattamento dei pazienti adulti affetti da carcinoma tiroideo differenziato ( DTC ) progressivo, localmente avanzato o metastatico.
La nuova opzione terapeutica è raccomandata nei casi in cui la cui malattia sia progredita nonostante il trattamento con terapia allo Iodio radioattivo.

Il carcinoma tiroideo differenziato è generalmente trattato con chirurgia, Iodio radioattivo e terapia a base di Tiroxina per la soppressione dell’ormone tireostimolante ( TSH ).
La maggior parte dei pazienti sottoposta a trattamento standard presenta una prognosi favorevole; tuttavia, in un piccolo gruppo di pazienti, il cancro progredisce nonostante la terapia a base di Iodio radioattivo. Questi malati attualmente hanno a disposizione poche opzioni terapeutiche.
Può succedere che i pazienti non avvertano i sintomi della malattia finché il tumore non è allo stadio avanzato; in questi casi la prognosi è sfavorevole.

Lenvatinib è un inibitore della tirosin-chinasi e agisce bloccando alcuni enzimi coinvolti nella crescita e nella diffusione delle cellule tumorali.

Essendo destinato a trattare un tipo raro di tumore, Lenvatinib ha ricevuto nel 2013 la designazione di farmaco orfano.

L'approvazione di Lenvatinib è basata su uno studio di fase III che ha coinvolto 392 pazienti con tumore della tiroide differenziato, progressivo, non-responder alla terapia con Iodio radioattivo, a cui è stato somministrato in modo causale il farmaco o un placebo.
Lo studio ha mostrato che i pazienti trattati con Lenvatinib hanno vissuto in media 14.7 mesi più a lungo, senza progressione della malattia, rispetto ai pazienti trattati con placebo.

Un’ampia quota dei pazienti che avevano ricevuto Lenvatinib durante lo studio hanno avuto bisogno di ridurre le dosi o interrompere il trattamento a causa degli effetti collaterali ( principalmente alti valori pressori ed eccesso di proteine nelle urine ).

Nel complesso, il Comitato scientifico ( CHMP) dell’EMA ( European Medicines Agency ) ha ritenuto il profilo di sicurezza del farmaco in linea con le altre terapie simili e gli effetti collaterali prevedibili e gestibili.
Tuttavia il CHMP ha richiesto un ulteriore studio per definire la dose di partenza più appropriata da somministrare ai pazienti per ottimizzare i benefici e ridurre i rischi derivanti dall’utilizzo del farmaco. ( Xagena_2015 )

Fonte: Eisai, 2015

Xagena_Medicina_2015