Carcinoma gastrico o della giunzione gastroesofagea localmente avanzato non-resecabile o metastatico, HER2-negativo e CLDN18.2-positivo: Vyloy a base di Zolbetuximab in associazione alla chemioterapia


La Commissione europea ha approvato l’utilizzo di Vyloy a base di Zolbetuximab in associazione alla chemioterapia comprendente una fluoropirimidina e Platino per il trattamento di prima linea dei pazienti adulti affetti da adenocarcinoma gastrico o della giunzione gastroesofagea ( GEJ ) localmente avanzato non-resecabile o metastatico, negativo al recettore 2 per il fattore di crescita epidermico umano ( HER2 ), le cui cellule tumorali sono positive alla claudina 18.2 ( CLDN ).

Zolbetuximab è attualmente il primo e unico anticorpo monoclonale approvato, concepito in modo specifico per avere come bersaglio le cellule tumorali gastriche che esprimono il biomarcatore CLDN, consentendo un approccio più personalizzato al trattamento antitumorale.

Negli studi clinici di fase 3 su Zolbetuximab, circa il 38% dei pazienti adulti affetti da tumore gastrico e della giunzione gastroesofagea in fase avanzata e metastatica ha presentato cellule tumorali positive a CLDN18.2. Attraverso il legame con CLDN espresso sulle membrane delle cellule tumorali, Zolbetuximab genera citotossicità cellulare anticorpo-dipendente, citotossicità complemento-dipendente e inibizione della crescita tumorale.

I dati ottenuti dagli studi clinici di fase 3 SPOTLIGHT e GLOW hanno indicato che il trattamento a base di Zolbetuximab ha fornito miglioramenti statisticamente significativi nella sopravvivenza libera da progressione ( PFS ) e nella sopravvivenza globale ( OS ) rispetto alle chemioterapie standard di trattamento nei pazienti elegibili affetti da tumori gastrici e della giunzione gastroesofagea ( GEJ ).
Nello studio SPOTLIGHT, è stata raggiunta una progressione mediana libera da progressione di 10,61 mesi con Zolbetuximab più mFOLFOX come trattamento di prima linea, rispetto a 8,67 mesi con placebo più mFOLFOX. La sopravvivenza mediana globale è stata pari a 18,23 mesi rispetto a 15,54 mesi nei rispettivi gruppi di trattamento.
Risultati di efficacia simili sono stati osservati nello studio GLOW, in cui la sopravvivenza mediana libera da progressione è stata di 8,21 mesi rispetto a 6,80 mesi e la sopravvivenza mediana globale di 14,39 mesi rispetto a 12,16 mesi, rispettivamente con Zolbetuximab più CAPOX, rispetto a placebo più CAPOX.

In entrambi gli studi SPOTLIGHT e GLOW l’incidenza di eventi avversi gravi emergenti dal trattamento ( TEAE ) è stata simile nei gruppi di trattamento con Zolbetuximab rispetto ai controlli. I TEAE di tutti i gradi più comuni segnalati nei gruppi trattati con Zolbetuximab sono stati: nausea, vomito e riduzione dell’appetito. ( Xagena_2024 )

Fonte: Astellas, 2024

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