Depressione: terapia farmacologica


I sintomi della depressione possono risultare diversi da persona a persona, anche in base all’età. I più noti sono: perdita di interesse per le attività quotidiane, sensazione di tristezza, senso di perdita di speranza, problemi legati al sonno, irritabilità, difficoltà a prendere decisioni, senso di fatica o stanchezza.

Le cause che possono portare a depressione variano da quelle biochimiche ( variazioni ormonali o a livello dei neurotrasmettitori ), alle genetiche.
Alcuni studi hanno dimostrato che la depressione è comune nelle persone con storia di depressione familiare. Anche l’ambiente circostante può essere una causa di depressione, come la perdita di una persona amata, i problemi finanziari.

Diverse le opzioni di trattamento dei disturbi depressivi, che vanno dalla psicoterapia, alla terapia farmacologica, fino alla terapia elettroconvulsiva.

Di norma, i farmaci di prima linea per il trattamento della depressione sono rappresentati dagli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina ( SSRI ).
I più usati sono la Fluoxetina ( Prozac ), la Paroxetina ( Seroxat ), la Sertralina ( Zoloft ), il Citalopram ( Seropram ) e l’Escitalopram ( Cipralex ).

Un’altra categoria di farmaci che vengono comunemente usati come prima scelta sono gli SNRI ( inibitori della ricaptazione della serotonina e noradrenalina ); tra questi: Venlafaxina ( Efexor ) e Duloxetina ( Cymbalta ).

I farmaci di seconda linea sono invece rappresentati dagli antidepressivi triciclici ( TCA ), che generalmente vengono prescritti a persone che non hanno ottenuto miglioramenti con gli SSRI.
Questi farmaci sono tra i più efficaci nel trattamento della depressione di grado da moderato a grave associata ad alterazioni psicomotorie e fisiologiche come perdita dell’appetito e disturbi del sonno; il miglioramento del sonno è, di solito, il primo segno positivo della terapia.
I più noti antidepressivi triciclici sono: Amitriptilina ( Laroxyl ), Clomipramina ( Anafranil ), Imipramina ( Tofranil ), Nortriptilina ( Noritren ).

I farmaci di ultima scelta sono gli inibitori MAO ( monoaminoossidasi ). Il paziente in trattamento con gli IMAO non deve assumere cibi contenenti tiramina ( es. formaggio, vino, cioccolato, fichi secchi, ecc.) o composti simpaticomimetici ( anfetamine, Efedrina, Yoimbina, ecc ) poiché si possono verificare crisi ipertensive, con cefalea, nausea, palpitazioni, sudorazione, rigidità nucale e, nei casi più gravi, stato confusionale, ictus, ed esito talora fatale.
In Italia è in commercio Parmodalin, un’associazioen di un IMAO, Tranilcipromina ed un tranquillante Trifluoperazina, che trova impiego nella forma grave di depressione.

L’Iperico o Erba di San Giovanni ( Hypericum perforatum ) è un rimedio fitoterapico che si è diffuso come trattamento della depressione lieve.
L’Iperico induce alcuni isoenzimi del citocromo P450, che sono responsabili del metabolismo dei farmaci, con conseguente cambiamento dell’efficacia terapeutica dei medicinali somministrati contemporaneamente. La quantità di principio attivo può variare molto tra le differenti preparazioni e il passaggio da una all’altra può cambiare il grado di induzione enzimatica. Inoltre, quando un paziente sospende l’assunzione di Iperico, le concentrazioni dei farmaci che interagiscono possono aumentare, con il rischio di intossicazione.

E’ stato recentemente introdotto in Italia, il Buproprione ( Wellbutrin ), un NDRI ( inibitori della ricaptazione della noradrenalina e della dopamina ), già commercializzato da molti anni negli Stati Uniti.

Pur essendo dei farmaci relativamente sicuri, sono necessarie alcune precauzioni d’impiego degli antidepressivi. Bisogna avere una certa cautela nei bambini e negli adolescenti che fanno uso degli antidepressivi, in cui può presentarsi un aumento dell’ideazione suicidaria.

Sono a rischio anche i pazienti che assumono il farmaco da pochi giorni o in seguito a cambiamento della dose.

Gli SSRI hanno meno effetti collaterali antimuscarinici degli antidepressivi triciclici e sembrano meno cardiotossici in caso di sovradosaggio. Perciò, sebbene non siano più efficaci, sono da preferire nelle situazioni in cui vi sia un rischio maggiore di sovradosaggio intenzionale o dove la presenza di altre condizioni precluda l’uso di molecole diverse.
Gli SSRI sono da preferire agli antidepressivi triciclici in caso di diabete.
Anche gli SSRI, tuttavia, hanno alcuni effetti indesiderati tipici: sono frequenti sintomi gastrointestinali come nausea e vomito e sono stati riportati disturbi emorragici. ( Xagena_2008 )

Fonte: 1) Guida all’uso dei farmaci; 2) Mayo Clinic, 2008



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