Sicurezza degli inibitori selettivi COX-2: il caso Prexige riapre la discussione


In Australia, il TGA ( Therapeutic Goods Administration ) ha costretto la società farmaceutica Novartis a ritirare dal mercato Prexige.

Il principio attivo di Prexige è Lumiracoxib, un’inibitore selettivo della cicloossigenasi-2 ( COX-2 ).

Il motivo del ritiro è da ascriversi ai gravi effetti indesiderati a livello epatico.

I pazienti australiani, circa 60.000, che stavano assumendo Prexige hanno dovuto interrompere immediatamente l’assunzione dell’antinfiammatorio e sottoporsi ad esami medici e di laboratorio.

Il TGA ha ricevuto 8 segnalazioni di gravi reazioni avverse epatiche, tra cui 2 persone decedute e 2 sottoposte a trapianto di fegato.

In Australia, Prexige era utilizzato soprattutto nel trattamento dell’osteoartrosi ( miglioramento dei sintomi ). Altre indicazioni erano il sollievo dal dolore acuto ( tra cui dolore post-operatorio e dolore correlato alle procedure dentarie ) e sollievo dal dolore causato dalla dismenorrea primaria.

In Nuova Zelanda, MedSafe ( Medical Devices Safety ) ha deciso il ritiro dal mercato delle confezioni di Prexige da 200 e 400 mg. E’ rimasta in commercio solo la confezione da 100 mg, e l’uso di Prexige è stato ristretto all’osteoartrosi.

Prexige è l’ultimo inibitore selettivo COX-2 ad essere stato commercializzato, i primi sono stati Celebrex ( Celecoxib ) e Vioxx ( Rofecoxib ).
Celebrex e Vioxx raggiunsero in poco tempo un’ampia diffusione, grazie anche alle conclusioni di 2 studi clinici, lo studio CLASS ( Celecoxib Long-term Arthritis Safety Study ) e lo studio VIGOR ( Vioxx Gastrointestinal Outcomes Research ), che dimostrarono che gli inibitori selettivi COX-2 erano associati a pochi eventi avversi gastrointestinali, rispetto ai tradizionali FANS.
Tuttavia, quando gli studi CLASS e VIGOR furono presentati in modo più completo, il vantaggio degli inibitori COX-2 rispetto ai altri farmaci antinfiammatori risultò meno evidente.

Nello studio VIGOR, l’incidenza di rischio di infarto miocardico era più alta tra i pazienti trattati con Vioxx, rispetto al gruppo controllo ( Naprossene ). Inoltre più pazienti nel gruppo Vioxx avevano dovuto interrompere lo studio a causa di insorgenza di ipertensione, edema, epatotossicità, insufficienza cardiaca. L’aumento medio della pressione sistolica e diastolica nel gruppo Vioxx risultò pari a 4,6 mmHg e 1,7 mmHg, rispettivamente contro 1 e 0,1 mmHg nel gruppo controllo.

Il 30 settembre 2004 Merck & Co ritirò il Vioxx dal mercato.

Le successive valutazioni indussero l’FDA ( Food and Drug Administration ) a chiedere a Pfizer nel 2005 di ritirare dal mercato un altro inibitore COX-2, Bextra ( Valdecoxib ), a causa dell’aumentata incidenza di infarto miocardico ed ictus, oltre a gravi reazioni cutanee, ed impose l’inserimento di un black box warning nella scheda tecnica di Celebrex, per rischio cardiovascolare e gastrointestinale.

Nel 2007, l’American Heart Association ( AHA ) ha raccomandato di impiegare Celebrex come ultima opzione nel trattamento dei pazienti affetti da malattia cardiovascolare, o ad alto rischio.

Il rischio cardiovascolare del Celecoxib è, tuttavia, tema di discussione, ed i dati sono controversi. Lo studio APC ha mostrato che nel lungo periodo ( 33 mesi ), l’impiego di alti dosaggi di Celecoxib erano associati ad un aumentato rischio cardiovascolare rispetto al placebo. Lo studio PreSAP non ha confermato le conclusioni dello studio APC.
L’FDA ritiene che il rischio cardiovascolare sia un effetto dell’intera classe degli inibitori selettivi COX-2.

Curioso è l’atteggiamento delle due principali Autorità regolatorie, FDA ed EMEA, ( European Medicines Agency ) nei confronti di Arcoxia ( Etoricoxib ).
L’EMEA ha approvato il farmaco, che è in libera vendita nei Paesi europei, tra cui l’Italia ( commercializzato anche con i marchi Algix e Taurib ), e nel 2005 ha imposto restrizioni per l’intera classe dei Coxib ( controindicazione per i pazienti con cardiopatia ischemica e/o ictus ); inoltre per il solo Etoricoxib ha introdotto la controindicazione per i pazienti con ipertensione non controllata.
L’FDA ha invece inviato alla società produttrice di Arcoxia, Merck & Co, una lettera di non approvazione dopo che l’Arthritis Advisory Committee nell’aprile 2007 aveva dichiarato che i rischi cardiovascolari di Arcoxia erano superiori ai benefici. ( Xagena_2007 )

Fonte: 1 ) FDA, 2 ) EMEA, 3 ) TGA, 4 ) MedSafe, 2007



Link: MedicinaNews.it


XagenaFarmaci_2007