Tossicità epatica dopo terapia antiretrovirale HAART


Il beneficio della terapia antiretrovirale HAART ( Hightly Active AntiRetroviral Therapy ) può essere limitato dall'insorgenza di tossicità epatica. Attraverso l'analisi delle cartelle cliniche da parte dell'infezione HIV è emerso che in 36 pazienti (40%) su 91 l'infezione era stata acquisita attraverso l'uso di droghe per via endovenosa.
Nei rimanenti pazienti il contagio era avvenuto attraverso contatti omosessuali (38%) e nel 22% con contatti eterosessuali.
Quarantatre pazienti (47%) avevano anche concomitanti infezioni da epatite C (HCV) ed alcune anche di epatite B (HBV).
La terapia antiretrovirale comprendeva inibitori delle proteasi più due nucleosidi in 41 pazienti e non nucleosidi in 50.
Tossicità epatica è stata registrata in 30 (31%) dei soggetti, ed in una forma grave in 10 (11%).
In un caso il danno epatico consisteva nella presenza di colestasi ed i rimanenti citolisi.
L'infezione contemporanea del virus HIV, di quello dell'epatite C e/o dell'epatite B risultava associata a tossicità epatica, così come l'abbondante assunzione di alcool.
Lo sviluppo di iperbilirubinemia isolata era strettamente associata all'uso di Indinavir.
Non è stata ossevata alcuna differenza tra i farmaci impiegati nella terapia MAART nel causare la tossicità epatica..
Un'abbondante assunzione di alcool ed una co-infezione con HCV e HBV rappresentano i principali fattori predittivi.

Lana R et al, Med Clin 2001; 117: 607-610

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