Antiacidi: gli inibitori di pompa protonica associati a reazioni psichiatriche


L’associazione tra inibitori di pompa protonica e l’insorgenza di disturbi psichiatrici è emersa nella fase di sorveglianza postmarketing ed è supportata dalla pubblicazione di alcuni case report.
Una casistica riporta tre episodi di confusione mentale dovuta a interazione tra inibitori di pompa protonica e benzodiazepine.
Un altro studio ha descritto tre casi relativi a pazienti trattati con Omeprazolo che manifestavano disturbi a carico del sistema nervoso centrale risoltisi alla sospensione del farmaco.
Un case report era riferito a un uomo di 64 anni che dopo due mesi di terapia con Omeprazolo ha avuto gravi cambiamenti mentali, con scomparsa dei sintomi dopo sospensione della terapia e ricomparsa alla ripresa.
Il Rabeprazolo è stato inoltre associato a disturbi psicosomatici o da panico.

Le informazioni disponibili sulla possibile correlazione tra inibitori di pompa protonica ed eventi psichiatrici sono lacunose.
Relativamente all’Omeprazolo, vengono indicate nella banca dati Micromedex alcune alterazioni psichiatriche, quali depressione, aggressività, allucinazioni, confusione, insonnia, apatia, nervosismo, ansia, sonnolenza e incubi in meno dell’1% dei pazienti trattati con il farmaco.
Per l’Esomeprazolo, durante l’esperienza postmarketing sono stati descritti eventi quali allucinazioni, aggressività e agitazione.

La relazione di causalità tra la somministrazione degli inibitori di pompa protonica e le reazioni psichiatriche non è stata ben determinata. Recenti studi hanno messo in evidenza il ruolo dei recettori del GRP ( peptide di rilascio della gastrina ), localizzati a livello di ippocampo e amigdala dorsale, nell’insorgenza di disturbi da panico o ansia.
Un meccanismo ipotizzabile alla base di tali disturbi potrebbe essere quindi legato all’ipergastrinemia indotta dagli inibitori di pompa protonica.

Dall’analisi della Rete nazionale di farmacovigilanza sono emerse 74 segnalazioni di reazioni psichiatriche associate a inibitori di pompa protonica:

• Esomeprazolo ( 33 segnalazioni su 317 totali, 10,4% ): confusione ( 10 casi ), sonnolenza ( 9 ), insonnia ( 5 ), allucinazioni ( 4 ), agitazione ( 4 ), aggressività ( 3 ), agitazione psicomotoria ( 2 ), amnesia ( 2 ), ansia ( 2 ), difficoltà di concentrazione ( 2 ), perdita dell’appetito ( 2 ), stato mentale anormale ( 2 ), sopore ( 1 ), torpore ( 1 );

• Lansoprazolo ( 20 segnalazioni su 499 totali, 4% ): insonnia ( 7 casi ), agitazione / irrequietezza ( 5 ), confusione ( 5 ), disturbi del sonno ( 2 ), sonnolenza ( 2 ), depressione ( 1 ), inappetenza ( 1 ), ipereccitabilità ( 1 ), irritabilità ( 1 );

• Rabeprazolo ( 9 segnalazioni su 121 totali, 7,4% ): agitazione ( 3 casi ), ansia, inclusi attacchi di panico ( 3 ), insonnia ( 2 ), sonnolenza ( 2 ), amnesia ( 1 ), bruxismo ( 1 ), confusione ( 1 ), dislessia ( 1 );

• Pantoprazolo ( 8 segnalazioni su 146 totali, 5,5% ): depressione ( 2 casi ), nervosismo ( 2 ), agitazione / irrequietezza ( 2 ), allucinazioni ( 1 ), disorientamento ( 1 ), disturbo psicomotorio ( 1 ), eretismo ( 1 ), insonnia ( 1 );

• Omeprazolo ( 4 segnalazioni su 148 totali, 2,7% ): confusione ( 2 casi ), insonnia ( 1 ), irrequietezza psicomotoria ( 1 ), reazione paranoide ( 1 ), tentativo di suicidio ( 1 ). Quest’ultima reazione si è verificata in un bambino di nove anni che dopo 10 giorni di terapia con Omeprazolo 20 mg, ben tollerato in precedenza, ha sviluppato una grave depressione con tentativo di suicidio.

Non avendo preso in considerazione i dati di consumo non è possibile effettuare una valutazione comparativa, sembra comunque che l’Esomeprazolo abbia una maggiore tossicità a livello psichiatrico ( p<0,001 ) rispetto ad altri inibitori di pompa.

Gli eventi avversi da inibitori di pompa a carico del sistema nervoso sono stati osservati raramente e sono reversibili alla sospensione della terapia. Il processo di diagnosi differenziale di tali eventi, di nuova insorgenza o risultanti nell’esacerbazione di patologie preesistenti e che possono comparire anche in pazienti con anamnesi negativa per disturbi psichiatrici, è quindi determinante al fine di evitare terapie con psicofarmaci non appropriate. ( Xagena_2009 )

Fonte: Reazioni – AIFA, 2009



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