Omvoh a base di Mirikizumab, antagonista dell'interleuchina-23p19 per il trattamento della malattia di Crohn in fase attiva da moderata a grave nei pazienti adulti che hanno avuto una risposta inadeguata
La Commissione Europea ha approvato Omvoh, il cui principio attivo è Mirikizumab, antagonista dell'interleuchina-23p19 ( IL-23p19 ), per il trattamento della malattia di Crohn in fase attiva da moderata a grave nei pazienti adulti che hanno avuto una risposta inadeguata, hanno perso la risposta o sono risultati intolleranti alla terapia convenzionale o a un trattamento biologico.
Mirikizumab era già stato approvato come trattamento per gli adulti con colite ulcerosa attiva da moderata a grave.
Mirikizumab agisce nel ridurre l'infiammazione del tratto gastrointestinale avendo come bersaglio una proteina specifica, l'interleuchina-23p19, fattore chiave dell'infiammazione intestinale nella malattia di Crohn.
La malattia di Crohn è una delle principali malattie infiammatorie croniche intestinali ( MICI ); si stima colpisca in Italia circa 100mila persone, con esordio soprattutto in età giovanile, tra i 15 e i 40 anni, sebbene possa manifestarsi a qualunque età. È associata a progressivo danno intestinale, disabilità e peggioramento della qualità di vita. In Lombardia vivono oltre 44mila persone con MICI; di questi, circa 17mila convivono con la malattia di Crohn. Ogni anno si stimano oltre 900 nuove diagnosi.
Molti pazienti affetti da malattia di Crohn non raggiungono la remissione completa, nonostante i trattamenti, o non mantengono la malattia sotto controllo a lungo: fino al 40% dei pazienti non risponde ai farmaci inibitori del TNF e il 50% di quelli che ottengono risultati quando iniziano il trattamento perdono i benefici nel corso del primo anno di cure.
L'approvazione si basa principalmente sui risultati dello studio randomizzato controllato con placebo di fase 3 VIVID-1, i cui risultati hanno mostrato che i pazienti trattati con Mirikizumab hanno riscontrato un miglioramento significativo sia della remissione clinica (54,1% vs 19,6% di pazienti trattati con placebo) sia della risposta endoscopica a 1 anno, con una guarigione visibile del rivestimento intestinale (48,4% vs 9% di pazienti trattati con placebo).
Le reazioni avverse più comuni di Omvoh ( che possono riguardare più di 1 persona su 10 ) sono reazioni in corrispondenza del sito di iniezione ( quando somministrato mediante iniezione sottocutanea ). Altri effetti indesiderati comuni di Omvoh ( che possono riguardare fino a 1 persona su 10 ) comprendono infezioni delle vie respiratorie superiori ( infezioni del naso e della gola ), artralgia ( dolore articolare ), cefalea ed eruzione cutanea. ( Xagena_2025 )
Fonte: Eli Lilly, 2025
XagenaMedicina_2025