Filgotinib, un JAK inibitore, nel trattamento orale della colite ulcerosa
In Italia 150 mila persone sono affette da rettocolite ulcerosa, una malattia cronica intestinale che tra riacutizzazioni e remissioni, accompagna una persona per tutta la vita.
Il picco d’esordio della rettocolite ulcerosa è tra i 15 e i 30 anni, con un effetto potenzialmente devastante sulle relazioni sociali e affettive.
È una patologia cronica, caratterizzata da un’infiammazione del rivestimento mucoso del colon e del retto.
La caratteristica di ulcerosa la distingue da altre forme di colite più comuni e autolimitantesi, come quelle dovute a un’infezione batterica o virale o a un forte stress. In questa malattia la mucosa del colon e del retto, non è solo infiammata, ma può anche ricoprirsi di ulcere, provocando sanguinamento rettale, scariche diarroiche, urgenza nell’evacuazione, febbre, anemia, marcata astenia.
La diagnosi di rettocolite ulcerosa viene effettuata mediante una colonscopia con biopsie con successivo monitoraggio periodico dei sintomi, oltre che dei parametri strumentali e dei biomarcatori.
Difficile è il trattamento della rettocolite ulcerosa: oltre 1 paziente su 3 non risponde alla terapia convenzionale ( antinfiammatori e immunomodulanti ), né ai biologici; inoltre fino al 75% di chi ha inizialmente risposto alla terapia, nell'arco di 1 anno può perdere questa risposta.
Tra i nuovi trattamenti per le forme moderato-gravi, non-rispondenti alle terapie finora a disposizione, Filgotinib ( Jyseleca ), una piccola molecola della classe dei JAK inibitori che colpisce contemporaneamente diverse vie dell’infiammazione.
Filgotinib ha un effetto molto rapido sull’infiammazione e sul controllo dei sintomi e i suoi effetti durano a lungo perché non vengono neutralizzati dalla formazione di auto-anticorpi, come accade invece con i farmaci biologici.
La rettocolite ulcerosa può dare inoltre anche manifestazioni articolari e dermatologiche che Filgotinib riesce a controllare.
Il trattamento con Jyseleca va iniziato solo se le analisi del sangue evidenziano livelli di emoglobina e di alcuni globuli bianchi superiori a un determinato limite e può essere interrotto dal medico se i livelli scendono al di sotto di tale valore.
Nei pazienti con colite ulcerosa il trattamento deve essere sospeso in assenza di un beneficio adeguato nelle prime 22 settimane.
Il principio attivo di Jyseleca, Filgotinib, riduce l’attività del sistema immunitario bloccando l’azione delle Janus chinasi ( JAK ), enzimi che svolgono un ruolo importante nei processi infiammatori dell’artrite reumatoide e della colite ulcerosa. Inibendo l’azione delle Janus chinasi, Filgotinib può contribuire ad attenuare i sintomi di queste malattie.
Gli effetti indesiderati più comuni di Jyseleca ( che possono riguardare fino a 1 persona su 10 ) sono nausea, infezione delle vie respiratorie superiori ( infezione di naso e gola ), infezione delle vie urinarie, capogiro e linfopenia ( bassi livelli di linfociti, un tipo di globuli bianchi ).
L’utilizzo di Jyseleca deve essere evitato in pazienti con tubercolosi attiva o altre infezioni gravi e durante la gravidanza o l’allattamento. Le donne in grado di avere figli devono utilizzare misure contraccettive durante il trattamento con Jyseleca e per almeno una settimana dopo la sua fine.
Jyseleca deve essere usato solo se non sono disponibili alternative terapeutiche adeguate in pazienti di età pari o superiore a 65 anni, in pazienti con anamnesi di malattia cardiovascolare ( come infarto miocardiaco o ictus ) o con fattori di rischio per tale malattia ( ad esempio pazienti che fumano o hanno fumato per lungo tempo ) o in pazienti a maggiore rischio di cancro. ( Xagena_2023 )
Fonte: Galapagos, 2023
Xagena_Medicina_2023