Nelle donne alti livelli plasmatici di Vitamina D associati a ridotto rischio di malattia di Crohn e di colite ulcerosa


In un'ampia coorte costituita solo da donne, gli elevati livelli plasmatici di 25-idrossivitamina D hanno dimostrato di ridurre in modo significativo il rischio di malattia di Crohn e, seppure in modo statisticamente non-significativo, di colite ulcerosa.

Queste le conclusioni di una ricerca che ha preso avvio nel 1986.

Negli Stati Uniti, 72.719 donne, di età compresa tra i 40 e i 73 anni, hanno compilato un questionario relativo alla loro alimentazione e allo stile di vita.

I ricercatori, basandosi su questi dati, hanno elaborato valori predetti di 25(OH)D rispetto ai livelli misurati direttamente nel plasma.

Nel corso di un follow-up di 1.492.811 anni-persona, durato complessivamente fino al 2008, sono stati documentati 122 casi di malattia di Crohn e 123 casi di colite ulcerosa.

Il livello medio predetto di 25(OH)D è stato di 22.3 ng/mL nel quartile inferiore e di 32.2 ng/mL in quello superiore.
Rispetto al quartile con più bassi valori di vitamina D, il quartile superiore era associato a un hazard ratio ( HR ) per la malattia di Crohn di 0.54 e per la colite ulcerosa di 0.65.

La correlazione inversa che intercorre tra i livelli di vitamina D e queste due patologie è stata confermata in modo ancora più evidente quando è stato preso in considerazione il rischio delle donne con livelli predetti di 25(OH)D superiori a 30 ng/mL, rispetto a quello delle donne con valori inferiori a 20 ng/mL; l'hazard ratio è stato di 0.38 e di 0.57, rispettivamente, per la malattia di Crohn e per la colite ulcerosa. ( Xagena_2012 )

Ananthakrishnan AN et al, Gastroenterology 2012; 142: 482-489

Xagena_Medicina_2012