Incremento marginale del rischio di tumori ematopoietici nei pazienti con malattia infiammatoria intestinale


Diverse condizioni infiammatorie croniche sono correlate all’incremento del rischio di linfomi.
Se tale affermazione è adattabile alla malattia infiammatoria intestinale è ancora da chiarire, ma è un aspettodi grande interesse, soprattutto per quanto riguarda la valutazione della sicurezza dei più nuovi farmaci immunosoppressori.

Alcuni report hanno indicato un possibile aumento del rischio di leucemia nel caso di malattia infiammatoria intestinale.

Ricercatori del Karolinska Hospital a Stoccolma, hanno valutato il rischio di tumori ematopoietici in un’ampia coorte di pazienti con malattia infiammatoria intestinale.

Sono stati analizzati i dati raccolti in modo prospettico di 47.679 pazienti affetti da malattia di Crohn o da colite ulcerosa.

I rischi relativi sono stati espressi come rapporto d’incidenza standardizzato ( SIR ).

Durante il follow-up, sono stati riscontrati 264 tumori ematopoietici, che corrispondevano ad un aumento del rischio del 20% sia per quanto riguardava la malattia di Crohn che la colite ulcerosa.

Nel caso della colite ulcerosa, l’incidenza di linfomi non ha presentato differenze rispetto all’atteso ( SIR = 1.0; n = 87 ), ma con una frequenza maggiore per la leucemia mieloide ( SIR = 1.8; n = 32 ).
Nella malattia di Crohn è stato osservato un significativo incremento del rischio di linfoma ( SIR = 1.3; n = 65 ), essenzialmente limitato ai primi anni di follow-up.

I marcatori di attività di malattia hanno avuto scarso impatto sul rischio di linfoma.

In media, i pazienti con malattia infiammatoria intestinale hanno un marginale incremento del rischio di sviluppare tumori ematopoietici.
Nella colite ulcerosa, è stata osservata una maggiore incidenza di leucemia mieloide.
Nella malattia di Crohn, non può essere escluso un modesto incremento, a breve termine, del rischio di linfomi, ma l’aumento del rischio nel lungo periodo sembra improbabile. ( Xagena_2005 )

Askling J et al, Gut 2005; 54: 617-622



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