I batteri probiotici differiscono nella loro attività immunomodulatrice
I batteri probiotici sono efficaci nel trattamento di alcune malattie infiammatorie intestinali.
Tuttavia, ci sono scarse informazioni riguardo a quali siano i batteri in grado di produrre benefici, e con quale meccanismo agiscano.
Le cellule dendritiche, che sono fondamentali nel riconoscimento precoce dei batteri, nell'indurre la tolleranza e le risposte immunitarie, possono avere un ruolo centrale nel mediare gli effetti dei batteri probiotici.
L'obiettivo dello studio, coordinato da Ricercatori dell'Imperial College London, è stato quello di valutare gli effetti dei differenti batteri probiotici sulla funzione delle cellule dendritiche.
Sono stati studiati gli effetti dei componenti della parete cellulare di una preparazione probiotica, VSL#3, contenente 4 ceppi di lattobacilli, 3 di bifidobatteri ed 1 di streptococchi.
Dai risultati è emerso che la preparazione probiotica VSL#3 è un potente induttore dell'interleuchina 10 ( IL-10 ) da parte delle cellule dendritiche del sangue e del tessuto intestinale, in grado di inibire la formazione di cellule Th1.
I singoli ceppi della preparazione VSL#3 hanno manifestato distinti effetti immunomodulatori sulle cellule dendritiche.
Gli effetti antinfiammatori più marcati sono stati prodotti dai ceppi di bifidobatteri, che hanno aumentato la produzione di interleuchina 10 da parte delle cellule dendritiche, hanno diminuito l'espressione della molecola co-stimolatrice CD80 ed hanno diminuito la produzione di interferone-gamma da parte delle cellue T.
La preparazione VSL#3 ha diminuito gli effetti pro-infiammatori del lipopolisaccaride ( LPS ) diminuendo la produzione di interleuchina 12 prodotta da LPS, mantenendo, invece, la produzione di interleuchina 10.
Questi risultati indicano che i batteri probiotici differiscono nella loro attività immunomodulatrice e influenzano la polarizzazione delle risposte immunitarie negli stadi più precoci di presentazione dell'antigene da parte delle cellule dendritiche. ( Xagena_2004 )
Hart A L et al, Gut 2004; 53 : 1602-1609
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