Cancro al seno triplo negativo: l'immunoterapico Pembrolizumab associato alal chemioterapia può migliorare la sopravvivenza
Dallo studio clinico KEYNOTE-522 di fase 3 è emerso che la somministrazione dell’immunoterapico Pembrolizumab ( Keytruda ) prima e dopo l’intervento chirurgico può far è associata a una sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi dell'87% per le donne con tumore alla mammella triplo negativo al secondo e terzo stadio.
Il cancro al seno triplo negativo è notoriamente difficile da curare, e si ricorre alla chirurgia e alla chemioterapia, la cui efficacia è attorno all’81%, ma non le terapie mirate, ormonali e a bersaglio molecolare, utilizzate con successo negli altri tipi di neoplasie mammarie. Infatti, sulle cellule di questo tipo di tumore sono assenti i recettori specifici necessari perché tali cure siano efficaci. Il tumore al seno triplo negativo è inoltre una patologia aggressiva che tende a ripresentarsi a distanza di tempo dopo le cure.
Da alcuni anni, alle pazienti con il cancro al seno triplo negativo, l'anticorpo monoclonale anti-PD-1 Pembrolizumab viene somministrato insieme alla chemioterapia come trattamento neoadiuvante e adiuvante, che rispettivamente precede e segue la rimozione chirurgica della neoplasia.
Lo studio KEYNOTE-522 ha coinvolto e monitorato nel tempo quasi 1.200 donne con cancro al seno triplo negativo al secondo e terzo stadio, in 21 Paesi. Una parte delle pazienti è stata trattata con Pembrolizumab e chemioterapia, mentre il gruppo di controllo ha assunto la chemioterapia con un placebo.
I primi risultati dello studio clinico hanno mostrato che la combinazione con Pembrolizumab aumentava le probabilità di raggiungere una risposta patologica completa, ovvero l’assenza di malattia tumorale nella mammella e nei linfonodi all’esame istologico dopo l’intervento. In seguito, si è compreso che l’immunoterapia poteva anche aumentare la probabilità delle pazienti di sopravvivere senza che si presentassero recidive locali o a distanza.
Lo studio di follow-up ha confermato i risultati precedenti. Le pazienti trattate con la combinazione Pembrolizumab e chemioterapia hanno mostrato una probabilità di sopravvivere a 5 anni dalla diagnosi di circa 5 punti percentuali maggiore rispetto a coloro a cui era stata somministrata la sola chemioterapia con il placebo.
Il miglioramento della sopravvivenza ha incluso anche le donne con tumori localmente avanzati. Inoltre, per coloro che hanno ricevuto una risposta patologica completa, gli eventi di sopravvivenza sono risultati ancora maggiori. ( Xagena_2024 )
Fonte: The New England Journal of Medicine, 2024
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