Donne con diabete mellito di tipo 2: l’iperglicemia post-prandiale è un forte predittore di rischio di eventi cardiovascolari
L’influenza della glicemia postprandiale sulle complicanze del diabete è tema di dibattito.
Ricercatori italiani hanno compiuto uno studio ( San Luigi Gonzaga Diabetes Study ) finalizzato a valutare il ruolo predittivo della glicemia sia a digiuno che postprandiale sugli eventi cardiovascolari nei pazienti affetti da diabete di tipo 2.
Hanno preso parte allo studio 529 pazienti diabetici arruolati consecutivamente ( 284 uomini e 245 donne ) e sono state valutate le relazioni tra eventi cardiovascolari in un periodo osservazionale di 5 anni e valori al basale di emoglobina glicosilata ( HbA1c ) e di glicemia misurate: 1) dopo digiuno notturno, 2) dopo colazione, 3) dopo pranzo e 4) dopo cena.
Un totale di 77 soggetti sono andati incontro ad eventi cardiovascolari: 19% uomini e 9.4% donne.
L’analisi univariata ha indicato che gli eventi cardiovascolari sono risultati correlati con l’avanzare dell’età, con una più lunga durata del diabete e con valori più elevati di HbA1c e di fibrinogeno negli uomini, e con una più elevata pressione sistolica, con una più rapida velocità di escrezione dell’albumina, con più alti valori di HbA1c e di glicemia nelle donne.
L’abitudine al fumo era più frequente tra i soggetti con eventi cardiovascolari.
Quando tutti i valori glicemici e di HbA1c sono stati introdotti simultaneamente nei modelli, solamente il valore glicemico dopo pranzo ha predetto eventi cardiovascolari, con un hazard ratio ( HR ) più elevato nelle donne ( 5.54 ) che non negli uomini ( 2.12; p < 0.01 ).
Dai risultati del San Luigi Gonzaga Diabetes Study è emerso che la glicemia postprandiale, ma non a digiuno, è un fattore di rischio indipendente di eventi cardiovascolari nel diabete di tipo 2, con un potere predittivo maggiore nelle donne che non negli uomini.
Questo sottolinea la necessità di pottr maggiore attenziore all’iperglicemia postprandiale, in modo particolare nelle donne. ( Xagena_2006 )
Cavalot F et al, J Clin Endocrinol Metabol 2006 ; 91 : 813-819
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