È stato svolto uno studio osservazionale prospettico con l’obiettivo di valutare l'esito dell’isteropessi laparoscopica, una tecnica chirurgica per la gestione del prolasso uterino, che comporta una sospensione dell'utero dal promontorio sacrale utilizzando una rete biforcata in polipropilene.

Per questo studio, svolto nel Regno Unito, sono state coinvolte 51 donne con prolasso uterovaginale, che hanno scelto l’isteropessi laparoscopica come una delle opzioni chirurgiche disponibili.

L’isteropessi è stata condotta per via laparoscopica in tutti i casi. Una rete in polipropilene biforcata è stata utilizzata per sospendere l'utero dal promontorio sacrale. I due rami della rete sono stati introdotti attraverso le finestre bilaterali create nei legamenti larghi, e sono stati suturati alla cervice anteriore; la rete è stata poi fissata al legamento longitudinale anteriore sul promontorio sacrale, per elevare l'utero.

La guarigione del prolasso uterino è stata valutata soggettivamente con l’International Consultation on Incontinence Questionnaire for vaginal symptoms ( ICIQ-VS ), e oggettivamente mediante un esame vaginale con il sistema Baden-Walker e la scala di quantificazione del prolasso degli organi pelvici ( POP-Q ).

L'età media delle 51 donne era di 52.5 anni ( range 19-71 anni ). Tutte erano sessualmente attive, e almeno 3 di loro hanno espresso un forte desiderio di avere figli in futuro.
Tutte sono state disponibili per un follow-up in clinica a 10 settimane; 38 di loro hanno completato i questionari.

La procedura ha avuto successo in 50 donne su 51, senza alcuna prova oggettiva di prolasso uterino alla visita di follow-up; un caso non ha avuto buon esito. Sono stati osservati soggettivi miglioramenti, significativi, nei sintomi del prolasso, nel benessere sessuale e nella qualità di vita ad esso correlata, come rilevato da una riduzione sostanziale nei punteggi dei rispettivi questionari.

In conclusione, l’isteropessi laparoscopica è una procedura praticabile ed efficace per la correzione del prolasso uterino senza ricorrere all’isterectomia. Essa consente il ripristino della lunghezza della vagina senza comprometterne il calibro, e di conseguenza ha più probabilità di avere un esito funzionale favorevole. ( Xagena_2010 )

Price N et al, Br J Obstet Gynaecol 2010; 117: 62-68



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