Tumore della vagina: fattori che influenzano il rischio di mortalità
I Ricercatori dell’University of Washington di Seattle, negli Stati Uniti, hanno valutato l‘effetto di caratteristiche demografiche, patologia e trattamento sulla mortalità in donne con tumore vaginale.
Utilizzando i dati di 17 registri oncologici che hanno preso parte al Surveillance, Epidemiology, and End Results Program, sono state identificate 2.149 donne con diagnosi di tumore vaginale primario tra il 1990 e il 2004.
Le associazioni tra vari fattori demografici, caratteristiche del tumore e trattamento, e rischio di mortalità per il carcinoma della vagina sono state valutate utilizzando modelli di rischio proporzionale di Cox.
L’età media alla diagnosi era di 65.7 anni, e circa il 66% di tutti i casi era rappresentato da donne bianche non-ispaniche.
L’incidenza è risultata più alta tra le donne afro-americane ( 1.24 per 100.000 persone-anno ).
La sopravvivenza specifica per la malattia a 5 anni è stata dell’84% ( stadio I ), 75% ( stadio II ) e 57% ( stadio III-IV ).
In un modello multivariato aggiustato, le donne con tumori superiori a 4 cm e malattia in stadio avanzato hanno mostrato elevati rischi di mortalità ( hazard ratio, HR=1.71 e 4.67, rispettivamente ).
Rispetto alle donne con carcinoma squamoso, le pazienti con melanoma vaginale hanno mostrato un aumento del rischio di mortalità di 1.51 volte.
La sola chirurgia come modalità di trattamento ha avuto il più basso rischio di mortalità.
Tale rischio è diminuito nel tempo e le donne che hanno ricevuto la diagnosi dopo il 2000 hanno mostrato una diminuzione aggiustata del 17% nel loro rischio di morte rispetto alle donne con diagnosi tra il 1990 e il 1994.
In conclusione, lo stadio e la dimensione del tumore, l’istologia e la modalità di trattamento influenzano significativamente il rischio di mortalità per cancro vaginale.
Sembra esserci un vantaggio in termini di sopravvivenza legato temporalmente all’introduzione della chemioradiazione. ( Xagena_2009 )
Shah CA et al, Obstet Gynecol 2009; 113: 1038-1045
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