Terapia ormonale e rischio di cancro al seno


Il trattamento ormonale dopo la menopausa, già noto per aumentare il rischio di tumore alla mammella, secondo uno studio rende anche più probabile che il cancro si sviluppi in forma avanzata e mortale.

Le donne che hanno preso ormoni e hanno sviluppato tumore alla mammella avevano più probabilità di avere linfonodi cancerogeni, un segno di patologia più avanzata, ed avevano anche più probabilità di morire per questa malattia di quanto lo fossero le pazienti con cancro alla mammella che non avevano mai assunto ormoni.

L’aumento del rischio era relativamente piccolo e non pienamente compreso, ma ricerche precedenti hanno trovato che il trattamento ormonale può provocare ritardi nella diagnosi, aumentando la densità mammaria, rendendo i tumori più difficili da vedere nelle mammografie.
Una ritardata diagnosi può aumentare il rischio di mortalità.
E' anche possibile che gli ormoni possano alimentare la crescita di alcuni tumori alla mammella o dei vasi sanguigni di cui i tumori hanno bisogno per crescere e diffondersi.

E’ stato studiato Prempro, la più comune terapia di sostituzione ormonale.
Prempro contiene estrogeni estratti dall’urina equina e una molecola di sintesi simile all'ormone progesterone.

Molti medici affermano che le donne possono tranquillamente assumere ormoni per quattro o cinque anni come trattamento per i sintomi della menopausa ( vampate di calore e sudorazioni notturne ), tuttavia si sta sempre più affermando il concetto che si dovrebbe interrompere la cura ormonale dopo un anno o al massimo due.

Non è ancora noto se vi sia un certo periodo di tempo per il quale questi ormoni possono essere presi senza aumentare il rischio di tumore alla mammella.
Le nuove informazioni provengono dal follow-up eseguito su 12.788 donne che facevano parte del Women’s Health Initiative ( WHI ), un importante studio che ha messo a confronto le donne in cura con gli ormoni con un gruppo di pazienti che assumevano un placebo.
Lo studio è stato interrotto nel 2002, tre anni prima del previsto, perché i ricercatori hanno scoperto che gli ormoni erano causa di un piccolo ma significativo aumento del rischio di tumore alla mammella, malattie cardiache, ictus e coaguli di sangue nei polmoni.

Lo studio del 2002 ha avuto un impatto enorme. Prima della sua pubblicazione vi era la diffusa convinzione che gli ormoni riducessero il rischio per le donne di sviluppare malattie cardiache, e potessero generalmente mantenerle giovani e sane. Per molti, lo studio ha infranto questa fiducia.

Sei milioni di donne americane stavano prendendo ormoni, ma il numero si è rapidamente ridotto di circa la metà.
Anche il tasso di tumore mammario è cominciato a diminuire, e molti ricercatori attribuiscono questo fatto all’abbandono della terapia ormonale.

La nuova analisi si riferisce a un follow-up medio di 11 anni rispetto all'originale 5-6 anni.
E' la prima relazione del Women's Health Initiative che include il tasso di mortalità per tumore alla mammella correlato all'uso di ormoni.

I ricercatori hanno trovato un aumento piccolo ma significativo di vari effetti dannosi in donne che hanno assunto gli ormoni.
Come lo studio aveva mostrato in precedenza, le donne che assumono ormoni hanno maggiori probabilità di sviluppare carcinoma mammario invasivo.
Il tasso di malattia è stato pari a 0.42% all'anno, rispetto allo 0.34% all’anno nel gruppo con placebo.

Tra le donne con cancro al seno, quelle che hanno preso ormoni avevano più probabilità di sviluppare linfonodi cancerogeni, un segno di patologia più avanzata, 23.7% contro il 16.2% del gruppo trattato con placebo.

Più donne che hanno preso ormoni sono decedute per tumore mammario, 0.03% all'anno, contro lo 0.01% per anno nel gruppo placebo.
Questo si è tradotto in 2.6 decessi per 10.000 donne all’anno tra coloro che prendono ormoni, il doppio rispetto a 1.3 decessi su 10.000 nel gruppo con placebo.

Tra le donne che hanno presentato tumore mammario, quelle in cura con gli ormoni hanno anche avuto un alto tasso di mortalità per altre cause, 0.05% all'anno, contro lo 0.03% all'anno.
In altre parole, ci sono stati 5.3 decessi versus 3.4 per 10.000 donne all’anno, 1.9 decessi in più per le donne che assumevano ormoni.

Il Women's Health Initiative ha anche scoperto che, sebbene il trattamento ormonale non abbia aumentato il tasso di tumore polmonare nelle donne, l'uso di ormoni era correlato a un più elevato tasso di mortalità tra le donne che hanno sviluppato il tumore.

Secondo i ricercatori, le donne non dovrebbero assumere ormoni a meno che non ne abbiano veramente bisogno, per sintomi da moderati a gravi come vampate di calore e sudorazione notturna, che disturbano il sonno e danneggiano la qualità della vita.
Allo stesso tempo, le nuove informazioni non devono necessariamente allarmare le donne che hanno preso gli ormoni, perché la nuova relazione ha trovato solo 1 o 2 ulteriori decessi per tumore alla mammella per 10.000 donne all’anno tra coloro che stavano assumendo ormoni.

I dati suggeriscono che sia potenzialmente pericoloso un uso cumulativo a lungo termine, che andrebbe evitato; le donne che vogliono il trattamento devono assumere la dose più bassa possibile in grado di alleviare i propri sintomi.

Constatando che molte donne stanno assumendo altre formulazioni ormonali nella speranza di evitare i rischi di Prempro, si rendono più urgenti ulteriori ricerche al riguardo, necessarie anche per scoprire se le donne che hanno preso gli ormoni in menopausa precoce hanno gli stessi rischi di quelle che hanno iniziato la cura con questi farmaci più tardi.

La Pfizer, la società farmaceutica produttrice di Prempro, ha rilasciato una dichiarazione in cui afferma di prendere in considerazione le nuove scoperte, ma di avere dubbi sui dati relativi alla mortalità. ( Xagena_2010 )

Fonte: New York Times, 2010



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