Cancro alla mammella: Oncotype DX un test genomico


I test genomici sono sempre più importanti e utilizzabili per il trattamento del cancro al seno in stadio iniziale.
L’aggiornamento delle LineeGuida dell' American Society of Clinical Oncology ( ASCO ) ha esteso l’uso di questi esami in grado di limitare il ricorso alla chemioterapia dopo l’intervento chirurgico.
Il test genomico a 21 geni, Oncotype DX, è ora raccomandato nelle pazienti in postmenopausa con un massimo di tre linfonodi ascellari positivi. Inoltre è l’unico consigliato alle donne in premenopausa con linfonodi negativi e può essere utilizzato indipendentemente dal rischio clinico.

Oncotype DX risulta quello più fortemente raccomandato, tra tutti i test multigenici inclusi nelle LineeGuida, per il maggior livello qualitativo delle evidenze.
Il test Oncotype DX è già stato utilizzato da oltre un milione di donne in 90 diversi Paesi di tutto il mondo.

L’aggiornamento delle LineeGuida offre ulteriori possibilità agli specialisti nell’individuare i rischi e i benefici di una chemioterapia. Tutto questo è un vantaggio sia per i pazienti che per i sistemi sanitari.

In Italia, tuttavia, i test multigenici non sono ancora sufficientemente utilizzati.

L’aggiornamento delle LineeGuida ASCO comprende i risultati dello studio RxPONDER, pubblicati su The New England Journal of Medicine ( NEJM ).
La ricerca ha dimostrato che il test identifica una maggioranza di pazienti con cancro alla mammella di stadio iniziale, con 1-3 linfonodi positivi, che a buona prognosi potrebbero evitare la chemioterapia.
Le donne in postmenopausa con risultati del test Oncotype da 0 a 25 non hanno mostrato benefici dall’aggiunta di chemioterapia all’ormonoterapia.
Le pazienti in premenopausa con risultati da 0 a 25 hanno ottenuto un beneficio del 2,4% dalla chemioterapia in termini di recidiva a 5 anni.

I test genomici non possono essere prescritti a tutte le pazienti. Vanno utilizzati in casi specifici, per poter essere realmente efficaci.
Ogni anno si calcola che in Italia siano oltre 55mila le donne colpite da neoplasia mammaria. Circa due su tre sono tumori HR+ ( HR-positivo ) ed HER2- ( HER2-negativo ), oltre il 90% dei carcinomi non è metastatico al momento della diagnosi e due pazienti su tre risultano in post menopausa.

Sono donne a cui, in base a determinate caratteristiche, potenzialmente è possibile prescrivere il test per valutare o meno il ricorso ad un’eventuale chemioterapia.

La chemioterapia è una cura efficace, ma ha indubbie tossicità ed effetti collaterali; inoltre presenta costi rilevanti. ( Xagena_2022 )

Fonte: ASCO LineeGuide, 2022

Xagena_Medicina_2022