Tumore della cervice: screening mediante test per il papillomavirus seguito da esame citologico e da ripetizione del test per HPV


L’uso del test per la ricerca del DNA del papilloma virus umano ( HPV ), come fase iniziale dello screening seguito da triage con un Pap test standard ( citologia ) e una ripetizione del test per il DNA dell’HPV, potrebbe incrementare l’accuratezza dello screening per il tumore della cervice uterina, secondo uno studio comparso sul Journal of the National Cancer Institute ( JNCI ).

Rispetto alla sola citologia, questa strategia di screening ha migliorato l’identificazione della crescita precancerosa senza un sostanziale incremento del numero di falsi positivi.

Studi randomizzati hanno mostrato che l’utilizzo del test per la ricerca del DNA di HPV – virus noto per causare il tumore della cervice – nei programmi di screening potrebbe aumentare l’identificazione di neoplasie cervicali intraepiteliali ( CIN ) rispetto alla citologia.
Tuttavia anche il test del DNA di HPV porta a un sostanziale aumento dei falsi positivi che porta a una costosa e non necessaria ripetizione del test.

Joakim Dillner, della Lund University di Malmö in Svezia, e colleghi hanno confrontato l’efficacia di 11 diverse strategie di screening basate sul test dell’HPV, sulla citologia o su una combinazione delle due.
Per valutare le differenti strategie i Ricercatori hanno analizzato in maniera retrospettiva i dati relativi a 6.257 donne arruolate nel braccio di trattamento di un vasto studio di screening randomizzato, lo Swedenscreen, nel quale il test per il DNA di HPV è stato utilizzato in associazione alla citologia standard.

L’uso del test del DNA di HPV in aggiunta alla citologia aumenta l’efficacia dello screening, individuando il 35% in più di casi di CIN di grado 3, o più alto, rispetto alla sola citologia.
La strategia, però, ha raddoppiato il numero di test richiesti.

Di contro, l’uso del test dell’HPV, come screening primario, con la citologia e la ripetizione del test dell’HPV ha portato a un incremento del 30% del tasso di identificazione rispetto alla sola citologia, con solo il 12% di aumento del numero dei test richiesti.
Con questo approccio, tutte le donne con infezioni da HPV, identificate nello screening primario, sono state sottoposte al Pap test standard, quelle con citologia normale hanno in seguito ripetuto il test per il DNA di HPV dopo un anno.

In conclusione, questi dati hanno indicato che l’utilizzo del test del DNA di HPV come screening primario seguito da triage di tipo citologico e ripetizione del test del DNA di HPV nelle donne con citologia normale che sono risultate positive al test del DNA di HPV dopo almeno 1 anno è una strategia attuabile per incorporare il test dell’HPV nello screening primario del cancro cervicale poichè migliora la sensibilità e mantiene un alto valore predittivo minimizzando la ripetizione di esami non necessari. ( Xagena_2009 )

Fonte: Journal of the National Cancer Institute, 2009



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