I Ricercatori del Carolinas Medical Center di Charlotte, negli Stati Uniti, hanno valutato se un programma organizzato e strutturato di counseling su alimentazione e stili di vita fosse in grado di prevenire un eccessivo aumento di peso in gravidanza.

Lo studio, randomizzato e controllato, ha coinvolto donne in gravidanza randomizzate per ricevere tale programma o le cure prenatali di routine.

L’esito primario dello studio era la proporzione di pazienti con un aumento di peso gestazionale contenuto entro le linee guida IOM ( Institute of Medicine ).
Gli esiti secondari includevano la modalità di parto, il tasso di parti vaginali operativi, il peso neonatale e l’incidenza di preeclampsia, diabete mellito gestazionale, lacerazioni vaginali / perineali e distonia di spalla.

Hanno preso parte allo studio 100 donne: 57 nel gruppo counseling e 43 in quello cure di routine.
Il gruppo counseling ha guadagnato meno peso rispetto all’altro gruppo ( 13 kg rispetto a 16 kg, P=0,01 ).
Nel gruppo cure prenatali di routine è stato osservato un aumento significativo dei parti cesarei per fallimento della progressione ( 58,3% rispetto al 25% nel gruppo counseling; P=0,02 ).

All’interno dei gruppi, le pazienti che non sono rimaste entro le linee guida IOM hanno partorito neonati significativamente più pesanti ( 3,517 kg rispetto a 3,203 kg delle donne entro i parametri delle linee guida; P<0,01 ).

Le nullipare hanno guadagnato più peso rispetto alle donne che avevano già avuto figli ( 16,5 kg rispetto a 12,56 kg; P<0,01 ).

Il fattore maggiormente predittivo di aderenza alle lineeguida IOM è stato un indice di massa corporea ( BMI ) normale prima della gravidanza.
Non sono state osservate differenze statisticamente significative tra i gruppi riguardo all’aderenza alle linee guida IOM, tasso di parti cesarei, pre-eclampsia, diabete mellito gestazionale, parto vaginale operativo o lacerazioni vaginali.

In conclusione, un programma di counseling su nutrizione e stile di vita riduce l’aumento di peso in gravidanza. ( Xagena_2009 )

Asbee SM et al, Obstet Gynecol 2009; 113 ( 2 Pt 1 ):305-312



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