Ovariectomia bilaterale in gravidanza: un caso clinico


E' stato riportato il caso eccezionale di una donna sottoposta, in Cile, ad ovariectomia bilaterale alla 16° settimana di gravidanza, a causa di cisti teca-luteiniche massive.

La gravidanza è proceduta regolarmente fino al parto ed è stato possibile un normale allattamento al seno.

Gli studiosi hanno sottoposto questa donna a dosaggi ormonali di FSH, estradiolo ( E2 ), estrone non coniugato ( E1 ), estriolo non coniugato ( E3 ), SHBG, progesterone, DHEA-S e prolattina a 37 settimane di gravidanza e 8 ore, 4 giorni, 5 settimane e due mesi dopo il parto.

I livelli ormonali sono risultati del tutto simili a quelli di una gravida e puerpera con ovaie intatte fino al 4° giorno dopo il parto.

A 5 settimane dal parto, si è rilevato un incremento di FSH a valori peri-menopausali ( 31,4 UI/l ) mentre, contrariamente al brusco calo che si osserva normalmente nelle donne sottoposte ad ovariectomia, i valori di estrogeni rimanevano ancora nell'ambito di normalità per il puerperio ( E2= 239 pmol/l; E1= 102 pmol/l ).

A 2 mesi dal parto, in fase di allattamento misto, FSH, E2 e E1 presentavano valori vicini a quelli menopausali ( 68 UI/l, 136 pmol/l e 70,2 pmol/l, rispettivamente ) ed è stato per questo intrapresa una terapia ormonale sostitutiva.

I ricercatori hanno concluso dallo studio di questo caso che la funzione ovarica non sia necessaria per mantenere un normale profilo ormonale nella gravidanza avanzata e all'inizio del puerperio.
L'incremento di FSH osservato a 5 settimane dal parto, nonostante l'allattamento, suggerisce che la presenza dell'ovaio sia invece necessaria per mantenere basse concentrazioni di FSH durante l'allattamento. ( Xagena_2005 )

Villaseca P et al, Hum Reprod 2005 20 : 397-401

Fiorenza Lagona, Specialista in Ginecologia, Milano



MedicinaNews.it