La trombofilia è associata a grave preeclampsia
Il ruolo della trombofilia nella patogenesi della preeclampsia è controverso.
Uno studio, coordinato da Chiara Benedetto dell’Università di Torino, ha verificato se la trombofilia aumentasse il rischio di preeclampsia o interferisse con il suo decorso clinico.
Un totale di 1616 donne, delle quali 808 avevano sviluppato preeclampsia e 808 avevano avuto una precedente gravidanza nella norma ( gruppo controllo ), è stato esaminato per l’individuazione di trombofilia ereditaria ed acquisita ( fattore V di Leiden, fattore II G20210A, metilenetetraidrofolato reduttasi C677T, deficienza di proteina S, proteina C e di antitrombina III, anticorpi anticardiolipina, lupus anticoagulante ed iperomocisteinemia ).
Le donne con grave preeclampsia ( 406 casi ) avevano un più alto rischio ( odds ratio, OR = 4.9 ) di essere portatatrici di un fattore trombofilico ereditario o acquisito, con l’eccezione della deficienza di proteina S, proteina C e di antitrombina.
Nelle donne con lieve preeclampsia, solo la mutazione omozigote nel gene del metilenetetraidrofolato reduttasi e del gene della protrombina è risultata più frequente rispetto ai controlli.
Le pazienti trombofiliche con grave preeclampsia sono ad aumentato rischio di insufficienza renale acuta ( OR = 1.8 ), coagulazione intravascolare disseminata ( OR = 2.7 ), distacco prematuro della placenta ( OR = 2.6 ) e mortalità perinatale ( OR = 1.17 ) rispetto alle pazienti non-trombofiliche con preeclampsia.
Lo studio ha dimostrato una significativa associazione tra trombofilia materna e grave preeclampsia tra le donne di razza bianca.
La trombofilia aumenta anche il rischio di complicanze materne minaccianti la vita e di outcome perinatali non favorevoli nelle donne con preeclampsia. ( Xagena_2005 )
Mello G et al, Hypertension 2005; 46: 1270-1274
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Gyne2005