Effetti delle statine sulla progressione dell’infarto cerebrale subclinico


L’infarto cerebrale subclinico è associato ad ictus e successivo declino cognitivo.
Uno studio longitudinale epidemiologico ha indicato che le statine possono prevenire lo sviluppo dell’infarto cerebrale subclinico. Sono stati studiati gli effetti delle statine sullo sviluppo dell’infarto cerebrale eseguendo un’ analisi post-hoc dello studio Regression of Cerebral Artery Stenosis ( ROCAS ).

Lo studio ROCAS è uno studio randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo, svolto per valutare gli effetti della Simvastatina ( Zocor ) a 20 mg al giorno sulla progressione della stenosi asintomatica dell'arteria cerebrale media, tra gli individui senza ictus, per oltre 2 anni.

Un totale di 227 soggetti sono stati randomizzati a placebo ( n=114 ) o a Simvastatina 20 mg/die ( n=113 ).

Il numero di infarti cerebrali rilevati tramite risonanza magnetica è stato registrato al basale e alla fine dello studio.

L'esito primario era il numero di nuovi infarti cerebrali alla fine dello studio.

Tra i 227 soggetti randomizzati, 33 di loro ( 14.5% ) avevano infarto cerebrale subclinico al basale. Alla fine dello studio, un solo soggetto nel gruppo attivo ( n=1 ) ha mostrato in modo significativo un nuovo infarto cerebrale rispetto al gruppo placebo ( n=8, p=0.018 ). Il nuovo infarto cerebrale del soggetto nel gruppo attivo era subclinico.

Nel gruppo placebo, i nuovo infarti cerebrali erano sintomatici in 3 soggetti, mentre erano subclinici nei rimanenti 5 soggetti. Tra le variabili putative, l'analisi di regressione multivariata ha mostrato che solo il numero di infarti cerebrali subclinici al basale ( odds ratio, OR=6.27 ) e il trattamento con Simvastatina ( OR=0.09 ) hanno indipendentemente previsto lo sviluppo di nuovi infarti cerebrali.

In conclusione, in accordo con i risultati dello studio epidemiologico, questa sperimentazione ha indicato che le statine possono prevenire lo sviluppo di un nuovo infarto cerebrale. ( Xagena_2010 )

Fu JH et al, Cerebrovasc Dis 2010; 30: 51-56



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