L'impiego di Crestor durante la fase acuta dell’emorragia intracerebrale potrebbe essere associato a esito più favorevole


L’emorragia intracerebrale spontanea rappresenta il tipo di ictus associato ad esito maggiormente infausto, ed attualmente non esiste nessun trattamento in grado di migliorare l’outcome.

  Nel corso degli ultimi anni, le statine, farmaci che abbassano il colesterolo, hanno mostrato effetti neuroprotettivi.
 
Ricercatori dell’Università di San Luis Potosi in Messico, hanno compiuto uno studio pilota con l’obiettivo di valutare se la somministrazione delle statine fosse associata ad un miglior outcome.
 
I dati di 18 pazienti, trattati con Rosuvastatina ( Crestor ) 20 mg, sono stati confrontati con quelli delle cartelle cliniche di precedenti pazienti non trattati con statine ( n=57; gruppo controllo ).
 
Sono stati inclusi nello studio pazienti di entrambi i sessi, di età uguale o superiore ai 15 anni con emorragia intracerebrale diagnosticata alla tomografia computerizzata.
I criteri di esclusione comprendevano: storia di neoplasie, danno cerebrale 4 settimane prima del ricovero ospedaliero, cause non-ipertensive, emorragia del tronco encefalico, somministrazione di steroidi, chirurgia del cranio, idrocefalo iniziale, e punteggio alla scala NIHSS maggiore o uguale a 30.
 
L’incidenza di mortalità nel corso dell’ospedalizzazione è stata di 1 paziente ( 5.6% ) nel gruppo statina e 9 pazienti ( 15.8% ) nel gruppo controllo.
 
L’hazard ratio ( HR ) aggiustato per la scala GCS ( Glasgow Coma Scale ), intubazione, ricovero in unità di terapia intensiva ( UTI ), versamento nello spazio subaracnoideo, è stato pari a 0.20.
L’odds ratio ( OR ) per il punteggio NIHSS maggiore o uguale a 15 al momento della dimissione è risultato pari a 0.04.
 
In conclusione, l’impiego della Rosuvastatina durante la fase acuta dell’emorragia intracerebrale potrebbe essere associato a esito più favorevole. Altri studi clinici sono necessari per confermare questo possibile effetto terapeutico. ( Xagena2009 )
 
Tapia-Perez H et al, Zentralbl Neurochir 2009; 70: 15-20



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