Ictus, rischio precoce dopo attacco ischemico transitorio


Recenti studi osservazionali hanno indicato che il rischio di ictus potrebbe essere più alto nei primi 90 giorni successivi ad un attacco ischemico transitorio ( TIA ).

Ricercatori dell’University of Calgary, in Canada, hanno compiuto una revisione sistematica ed una meta-analisi di studi osservazionali che valutavano il rischio di ictus a 2, 30 e 90 giorni dopo TIA ed hanno valutato i fattori clinici e metodologici che potrebbero spiegare la variabilità nei risultati dei diversi studi.

Sono stati identificati 51 studi che riportavano il rischio precoce di ictus dopo attacco ischemico transitorio.
Due revisori hanno separatamente raccolto informazioni da 11 studi selezionati.

Utilizzando un modello ad effetti casuali, il rischio aggregato di ictus è stato del 3.5%, 8.0% e 9.2% a 2, 30 e 90 giorni dopo TIA, rispettivamente.

Gli studi hanno riportato un rischio maggiore quando la metodologia si basava su un accertamento attivo dell’esito di ictus, rispetto all’accertamento passivo.
Il rischio precoce di ictus è risultato pari a 9.9%, 13.4% e 17.3% a 2, 3 e 90 giorni, rispettivamente, quando sono stati presi in considerazione solo gli studi con accertamento attivo dell’esito di ictus.

L’analisi ha mostrato che l’attacco ischemico transitorio è associato ad un alto rischio precoce di ictus. Il disegno metodologico degli studi può spiegare in parte la variabilità osservata nei precedenti report sul rischio di ictus precoce dopo TIA. ( Xagena_2007 )

Wu C M et al, Arch Intern Med 2007; 167: 2417-2422



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