Attacco ischemico transitorio e sopravvivenza relativa
Mancano dati recenti che quantifichino l'effetto dell'attacco ischemico transitorio ( TIA ) sulla sopravvivenza, e i dati attuali non tengono in considerazione la sopravvivenza attesa.
I dati di 22.157 adulti ospedalizzati con TIA nel periodo 2000-2007, nel New South Wales, in Australia, sono stati correlati ai decessi registrati a giugno 2009.
E' stata stimata la sopravvivenza relativa abbinata per età e sesso alla popolazione generale fino a 9 anni dopo il ricovero per attacco ischemico transitorio, confrontando il rischio relativo di morte in eccesso tra i sottogruppi selezionati.
A 1 anno, il 91.5% dei pazienti ospedalizzati con TIA è sopravvissuto rispetto al 95.0% di sopravvivenza attesa nella popolazione generale.
Dopo 5 anni, la sopravvivenza osservata è stata del 13.2% inferiore alle attese in termini relativi.
A 9 anni, la sopravvivenza osservata è stata del 20% inferiore al previsto.
Il sesso femminile ha avuto una più alta sopravvivenza relativa rispetto a quello maschile ( rischio relativo, RR=0.79; p minore di 0.001 ).
L'aumento dell'età è stato associato a un aumento del rischio di mortalità in eccesso rispetto alla popolazione di pari età.
Una precedente ospedalizzazione per ictus ( RR=2.63 ), ma non TIA ( RR=1.42 ), ha aumentato significativamente il rischio di morte in eccesso.
Di tutti i fattori di rischio valutati, insufficienza cardiaca congestizia, fibrillazione atriale e precedente ricovero in ospedale per ictus hanno maggiormente influenzato la sopravvivenza.
In conclusione, questo studio è il primo a quantificare l'effetto a lungo termine di TIA ospedalizzati sulla sopravvivenza relativa in base all'età, al sesso e alla storia medica.
L’attacco ischemico acuto riduce la sopravvivenza del 4% nel primo anno e del 20% in 9 anni.
Il TIA ha un effetto minimo sulla mortalità nei pazienti di età inferiore a 50 anni, ma è predittore della significativa riduzione nell'aspettativa di vita nei pazienti di età superiore a 65 anni. ( Xagena_2012 )
Gattellari M et al, Stroke 2012; 43: 79-85
Link: Ictus.net
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Neuro2012