Arteriopatia lacunare non-aterotrombotica alla base dell'ictus lacunare
Se e come la patologia arteriosa alla base dell’ictus ischemico lacunare si differenzia dai processi aterotrombotici provocando la maggior parte degli altri ictus ischemici è una questione ancora dibattuta.
I differenti rischi di ictus e infarto miocardico dopo ictus ischemico lacunare e non-lacunare possono sostenere un’arteriopatia lacunare distinta.
Una coorte ospedaliera di 809 pazienti al primo episodio di ictus ischemico è stata seguita prospettivamente per un periodo da 1 a 4 anni.
Durante il periodo di follow-up di 1725 persone-anno, 109 pazienti sono andati incontro a una recidiva di ictus e 31 hanno avuto un infarto miocardico.
Tutti i pazienti al basale, e il 93% con ictus ricorrente, avevano avuto imaging cerebrale e più di metà con ictus ricorrente aveva avuto imaging per risonanza magnetica pesata in diffusione.
In generale, non è stata riscontrata differenza nel rischio di ricorrenza dopo ictus lacunare o non-lacunare, sebbene ci fosse una tendenza verso un minore rischio di ricorrenza nelle prime settimane dopo l'ictus lacunare.
La recidiva dopo ictus lacunare era più probabile rispetto all’ictus non-lacunare ( odds ratio, OR=6.5; dato aggiornato di meta-analisi: 6.8 ).
Il rischio di infarto miocardico non era significativamente più basso dopo ictus lacunare rispetto a quello non-lacunare ( rate ratio; RR=0.5; RR dopo aver escluso i pazienti con precedente cardiopatia ischemica: 0.3 ).
In conclusione, i dati raccolti riguardanti un trend di minor rischio di infarto miocardico dopo ictus lacunare rispetto a non-lacunare, la conferma di un più basso rischio di recidiva precoce dopo ictus lacunare e una tendenza dei sottotipi di ictus ricorrenti a rigenerarsi sono a sostegno dell'ipotesi di una arteriopatia non-aterotrombotica lacunare distinta. ( Xagena_2009 )
Jackson CA et al, Stroke 2009; 40: 3679-3684
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Neuro2009