Riduzione del rischio di ictus: interventi mirati a ridurre la pressione sanguigna e l’abitudine al fumo, e a promuovere attività fisica e alimentazione salutare
Il contributo di vari fattori di rischio all’ictus a livello mondiale non è noto, soprattutto nei Paesi a basso e medio reddito.
É stato condotto uno studio allo scopo di stabilire l’associazione tra fattori di rischio noti ed emergenti con l’ictus e i suoi sottotipi primari, valutare il contributo di questi fattori di rischio al peso dell’ictus e valutare le differenze tra i fattori di rischio per ictus e infarto miocardico.
Lo studio standardizzato caso-controllo è stato condotto in 22 Paesi nel mondo nel periodo 2007-2010.
I casi erano pazienti con primo ictus acuto ( entro 5 giorni dall’insorgenza dei sintomi e 72 ore dall’ammissione in ospedale ), mentre i controlli erano persone senza storia di ictus, appaiate ai casi per età e sesso.
Sono stati calcolati gli odds ratio ( OR ) e i rischi attribuibili di popolazione ( PAR ) per l’associazione di tutti gli ictus, ictus ischemico e ictus emorragico intracerebrale con fattori di rischio selezionati.
Nei primi 3.000 casi ( 78% con ictus ischemico; 22% con ictus emorragico intracerebrale ) e 3,000 controlli, i fattori di rischio significativi per tutti gli ictus sono stati: storia di ipertensione ( OR=2.64; rischio attribuibile di popolazione=34.6% ); attuale abitudine al fumo ( OR=2.09; PAR=18.9% ); rapporto vita-fianchi ( OR=1.65 per il più alto vs il più basso terzile; PAR=26.5% ); punteggio di rischio alimentare ( OR=1.35 per il più alto vs il più basso terzile; PAR=18.8% ); attività fisica regolare ( OR=0.69; PAR=28.5% ); diabete mellito ( OR=1.36; PAR=5.0% ); consumo di alcol ( OR=1.51 per più di 30 bicchieri al mese o per ubriacature; PAR=3.8% ); stress psicosociale ( OR=1.30; PAR=4.6% ) e depressione ( OR=1.35; PAR=5.2% ); cause cardiache ( OR=2.38; PAR=6.7% ) e rapporto apolipoproteine B su A1 ( OR=1.89 per il più alto vs il più basso terzile; PAR=24.9% ).
Tutti insieme, questi fattori di rischio sono risultati responsabili del 88.1% del rischio attribuibile di popolazione per tutti gli ictus.
Utilizzando una definizione alternativa di ipertensione ( storia di ipertensione o pressione sanguigna maggiore di 160/90 mmHg ), il rischio attribuibile di popolazione combinato è stato pari al 90.3% per tutti gli ictus.
Questi fattori di rischio sono risultati tutti significativi per l’ictus ischemico, mentre ipertensione, fumo, rapporto vita-fianchi, alimentazione e consumo di alcol sono risultati fattori di rischio significativi per l’ictus intracerebrale emorragico.
In conclusione, queste osservazioni suggeriscono che dieci fattori sono associati al 90% del rischio di ictus. Pertanto, interventi mirati a ridurre la pressione sanguigna e l’abitudine al fumo, e a promuovere attività fisica e alimentazione salutare, potrebbero ridurre in maniera sostanziale il peso dell’ictus. ( Xagena_2010 )
O'Donnell MJ et al, Lancet 2010; 376: 112-123
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