Lo status finale di ricanalizzazione rappresenta il più forte predittore di esito clinico nei pazienti con ictus ischemico acuto sottoposti a trombectomia
Gli studi MERCI ( Mechanical Embolus Removal in Cerebral Ischemia ) e Multi MERCI hanno valutato la sicurezza e l'efficacia della trombectomia nel trattamento delle occlusioni delle arterie intracraniche entro 8 ore dall'insorgenza dei sintomi.
Un’analisi ha cercato di determinare i predittori dei risultati clinici e angiografici di 305 pazienti.
Sono state incluse 28 variabili basali in un’analisi univariata e multivariata per definire i predittori indipendenti di risultati positivi ( punteggio alla scala Rankin modificata minore o uguale a 2 ), la mortalità e il successo della rivascolarizzazione ( flusso da 2 a 3 per trombolisi in ischemia miocardica ).
Nell'analisi univariata, la rivascolarizzazione finale, il punteggio alla scala NIHSS ( National Institutes of Health Stroke Scale ) al basale, l’età e la pressione sistolica erano associati sia con gli esiti positivi che con la mortalità a 90 giorni ( p<0.0018 per tutti ).
Nell’analisi multivariata, la rivascolarizzazione finale ( p<0.0001 ), il punteggio alla scala NIHSS al basale ( p<0.0001 ), e l’età ( p=0.0004 ) sono risultati predittori indipendenti di esito positivo.
La rivascolarizzazione finale ( p<0.0001 ), il punteggio alla scala NIHSS al basale ( p=0.0001 ), l’età ( p<0.0001 ), e l’occlusione dell'arteria carotidea interna ( p=0.0084 ) sono stati i più forti predittori di mortalità. La pressione arteriosa sistolica ( minore di 150 versus maggiore o uguale a 150 mmHg; p=0.0007 ) e occlusione M2 ( p=0.0168 ) erano predittori indipendenti di rivascolarizzazione.
In conclusione, lo status finale di ricanalizzazione rappresenta il più forte predittore di esito clinico nei pazienti sottoposti a trombectomia. La capacità di rimuovere il coagulo è negativamente influenzata dalla pressione arteriosa sistolica forse a causa delle forze idrauliche imposte da pressioni sanguigne più alte.
Anche se le occlusioni dell'arteria carotide interna sono associate a un aumento della mortalità, non sembrano influenzare la probabilità di ottenere esiti positivi. ( Xagena_2009 )
Nogueira R et al, Stroke 2009; 40: 3777-3783
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Neuro2009