Benefici di Abciximab nei pazienti con infarto STEMI sottoposti ad intervento coronarico primario ed impianto di stent
Una meta-analisi ha valutato l’effetto dell’inibizione della glicoproteina IIb/IIIa nell’impianto di stent coronarico in pazienti con infarto miocardico acuto con sopraslivellamento ST ( STEMI ).
La meta-analisi è stata compiuta utilizzando i dati degli studi ISAR-2, ADMIRAL ed ACE.
L’end point primario composito era rappresentato da morte o reinfarto fino a 3 anni di follow-up.
Un totale di 1101 pazienti con infarto STEMI, che dovevano sottoporsi ad intervento coronarico percutaneo ( PCI ) ed impianto di stent sono stati assegnati in modo casuale ad Abciximab ( ReoPro; n = 550 ) oppure a placebo ( n = 551 ).
La popolazione studiata presentava caratteristiche ad alto rischio: 41% di infarto miocardico anteriore, 30% con una precedente storia di infarto miocardico, 8.4% di shock cardiogenico e 3.1% di precedente bypass coronarico ( CABP ).
L’end point primario di morte o di reinfarto è risultato significativamente ridotto nel gruppo Abciximab: 19% con placebo e 12.9% con Abciximab ( RR = 0.633; p = 0.008 ).
La mortalità è stata ridotta da Abciximab ( 10.9% ) rispetto al placebo ( 14.3% ) ( RR = 0.695: p = 0.052 ), così come il reinfarto ( Abciximab: 2.3% versus placebo 5.5%; RR = 0.41; p = 0.013 ).
L’incidenza dei sanguinamenti maggiori è stata 2.5% e 2% con o senza Abciximab, rispettivamente ( valore non significativo ).
Secondo gli Autori, Abciximab ha un forte e persistente impatto sugli endpoint clinici nei pazienti con infarto STEMI, sottoposti a intervento coronarico primario e impianto di stent. ( Xagena_2007 )
Montalescot G et al, Eur Heart J 2007; 28: 443-449
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